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sabato 5 gennaio 2013

VUCINIC GENIO E SPRECONE, LICHTSTEINER INDEMONIATO. PIRLO IN VERSIONE LOTTATORE


BUFFON 6 – L’unico tiro in porta è il destro dalla distanza di Kurtic. Per il resto, Miccoli & Co non lo impensieriscono minimamente. Dopo i 90’ di questo pomeriggio, per la sua gioia, aumentano i minuti di imbattibilità per la porta bianconera.
BARZAGLI 6,5 – Bravo a tamponare Ilicic in avvio, lucido come sempre negli interventi e negli anticipi. Se la Juventus è la difesa meno perforata in Italia e una delle più solide in Europa, anche oggi si è capito che molto del merito è suo.
BONUCCI 6 – Croce e delizia. In avvio sfiora da angolo la deviazione del possibile vantaggio. Disimpegna con la solita calma in fase difensiva. Nel finale si mangia a tu per tu un gol davanti al portiere, tendando una goffa simulazione che gli costa il giallo da squalifica.
CHIELLINI 6,5 – Il Palermo gli concede spazio per impostare l’azione da dietro ma lui, giustamente, si concentra a tenere a bada un avversario scomodo come Miccoli. Con successo.
LICHTSTEINER 7,5 – Inesauribile. Le fatiche di Champions non sembrano farsi sentire l’esterno elvetico. Nel primo tempo non impensierisce più di tanto Morganella, ma con il passare dei minuti la sua cavalcata aumenta di giri. Nella ripresa si ritrova a giocare in mezzo a una pozzanghera, allora pensa bene di tagliare al centro e sfruttare il genio di Vucinic per siglare il gol-partita. La stanchezza lo costringe anzitempo a sedersi in panchina.
ASAMOAH 6,5 – Accelera raramente il ghanese, ma quando ci prova fa male. Non corre particolari patemi nella sua corsia, nemmeno con l’entrata in campo del vivace Dybala. Provoca l’espulsione di Morganella. La vittoria di oggi è un bel regalo di compleanno.
PIRLO 7 – Il campo da battaglia costringe anche il professore ad improvvisarsi guerriero. E lui non è tipo da tirarsi indietro. Prende sin da subito il comando delle operazioni in mezzo al campo, si fa notare più di una volta in fase di ripiegamento. Non sarà stato autore di giocate eccellenti, ma è in partite toste come questa che si nota il fuoriclasse che c’è in lui.
VIDAL 7 – Fino al momento della sostituzione per infortunio uno dei migliori. Si spende come al solito nel lavoro sporco in mezzo al campo, lucido anche nel far ripartire l’azione dalla sua area. Da applausi il suo recupero di palla e l’assist al bacio per Matri nel finale di primo tempo.
MARCHISIO 6,5 – Sono queste le sue partite, quelle in cui c’è da lottare fino all’ultimo secondo. Nel primo tempo è dal suo sinistro che nasce la prima clamorosa occasione da gol di Vucinic. Preziosissimo con il passare dei minuti, quando si tratta di stringere i denti lui c’è sempre.
VUCINIC 7,5 – Delizioso e al tempo stesso sprecone. Corre come un forsennato in fase di non possesso. Nel finale della prima frazione complisce in modo a dir poco clamoroso il palo a porta spalancata. Che la fortuna non sia dalla sua parte lo si intuisce dopo pochi secondi della ripresa, quando questa volta è un suo sinistro a colpire il legno. Pazzesco il tocco di tacco con cui libera Lichtsteiner davanti a Ujkani. Negli ultimi minuti anche lui entra nel novero dei giocatori mangia-gol.
MATRI 6 – Determinato si, ma non conosce cosa sia la freddezza. Quando la palla arriva dalle sue parti, si ha sempre la sensazione che sgusci via. Si mangia un gol grande come una casa nel finale di tempo ed anche a inizio ripresa spara alto da buona posizione. Ci mette grande impegno, ma non basta.
dal 54’ POGBA 6,5 – Fisicità, classe e personalità in un ragazzo di diciannove anni non sono doti comuni. Subentra all’infortunato Vidal ed è chiamato subito a lottare nel pantano del Barbera. Commette qualche ingenuità nella gestione del pallone, ma nel complesso a vederlo si ha la solita certezza: ne sentiremo ancora parlare.
dal 64’ PADOIN 6 – Nell’ultima mezzora di gioco prende il posto di uno sfiancato Lichtsteiner. Si limita a controllare nella sua fascia trasformata in lago senza particolari problemi.
dal 72’ BENDTNER 6 – Entra e ha subito l’occasione per chiudere la partita, ma il suo destro strozzato si spegne alla destra del portiere. Prezioso nel far salire la squadra.
All. CONTE – Indipendentemente da come sia andata la partita, tornare a vederlo sbraitare, urlare e gesticolare a due passi dai suoi giocatori è stato un piacere. Per il resto, la squadra è sembrata sempre sul pezzo, tesa come una corda di violino. Ma, si sa, con uno come Conte a pochi metri, la pacchia è finita. Bentornato.

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