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lunedì 3 dicembre 2012

Marchisio: «Grande Juve. È una vittoria che conta»

È un Claudio Marchisio emozionato e soddisfatto quello che si presenta ai microfoni di Sky Sport al termine del derby vinto dalla Juve.

Ecco le sue dichiarazioni: Che significato per uno come te, piemontese, fare una doppietta nel derby?

Non è la prima doppietta, però l’avevo fatta da ragazzino, ora conta molto di più. Ma conta soprattutto esser tornati alla vittoria, dopo una prestazione veramente brutta a Milano, sotto tutti gli aspetti.

 Stasera non era sicuramente facile, è vero che la classifica dice altro, però, il derby è sempre il derby e tornare a vincere così fa bene al morale, ci prepara bene per la partita di Donetsk.

 L’altro gol lo ha fatto Giovinco; in Spagna la chiamano cantera da noi settore giovanile. Anche questo ha un significato particolare Vuol dire che bisogna smettere di dire che in Italia non escono campioni dalle cantere.

 Che segnale è verso il campionato e che spinta vi dà questa vittoria verso la Champions? Molto, prima di tutto per il campionato perché, come ho detto prima, arrivavamo da un brutta prestazione, al di là dell’aver perso. Quindi, volevamo riscattarci soprattutto per quello, perché eravamo entrati a Milano senza voglia, senza carattere e stasera lo si è visto, anche se poi si è facilitata un po’ la partita con l’espulsione di Glick.

Però, sono punti importanti che ci mantengono in alto ed ora pensiamo alla partita di Donetsk, perché anche se abbiamo fatto una grande partita con il Chelsea vincendo, non siamo ancora passati. Ma Marchisio non ci sarà Si, però ci sono tantissimi miei compagni che sono pronti per giocare al mio posto e faranno sicuramente bene.

Marchisio-Giovinco show: tris della Juve al Torino

Il derby della Mole torna dopo tre anni e viene deciso da due torinesi. Marchisio (doppietta) e Giovinco: sono loro a mettere la firma sulla vittoria (3-0) della Juve sul Toro. Episodio chiave della gara, l’espulsione nel primo tempo di Glik, fortemente contestata dai granata. Prima del rosso al centrocampista, la squadra di Ventura aveva tenuto bene il campo.

 Dopo, i bianconeri hanno potuto fare il loro gioco. Pirlo (che ha sbagliato un rigore) e compagni riprendono quindi la marcia in campionato dopo il ko contro il Milan e con questi tre punti possono aspettare con serenità la risposta sul campo delle dirette concorrenti.


 ROSSO PER GLIK, PROTESTE GRANATA - Chiellini non ha superato il problema al polpaccio, Conte non lo rischia e fa giocare De Ceglie. In avanti Giovinco-Vucinic. Ventura sceglie Meggiorini per affiancare Bianchi in attacco. Nessuna fase di studio: le due squadre partono subito forte, pressando a tutto campo e provando sempre a giocare in velocità. I granata, a differenza dei bianconeri, tentano più volte il lancio lungo per sfruttare la corsa di Cerci e Santana.

Il grande sforzo da parte di entrambe le squadre di tenere alti i ritmi, però, non porta a chiare occasioni da gol. Almeno fino al 22′ quando un intervento poco deciso di Bonucci libera Meggiorini davanti a Buffon: colpo di esterno e palla di poco fuori. Risponde Vucinic, imbeccato da Pirlo, palla deviata all’ultimo in calcio d’angolo. Passa meno di un minuto e arriva il primo episodio contestato della serata. Cross dalla sinistra, Ogbonna si scontra con Gillet, Pogba raccoglie e sta per tirare verso la porta vuota, ma l’arbitro ferma il gioco per fallo del centrocampista sul portiere. Sempre Gillet protagonista al 31′ ancora su Pogba: stop e tiro potente da fuori area, l’estremo difensore smanaccia in qualche modo.

Due minuti dopo il copione si ripete: stavolta Gillet compie un mezzo miracolo alzando la palla sopra la traversa. Al 36′ episodio fondamentale della partita: Glik commette un fallo durissimo a centrocampo su Giaccherini, l’arbitro Rocchi estrae il rosso diretto senza esitazioni, tra le proteste di giocatori e panchina granata. Ventura corre ai ripari e mette dentro Di Cesare per Meggiorini. Non basta, la Juve preme e al 41′ guadagna un calcio di rigore: Basha tocca di mano un pallone in area per anticipare Pogba. Juve furiosa per la mancata espulsione del centrocampista, che era già ammonito. Pirlo va sul dischetto, ma calcia altissimo. Prima della fine del tempo, bianconeri ancora pericolosi con un colpo di testa di Marchisio.

 MARCHISIO E GIOVINCO ILLUMINANO LA JUVE - La ripresa comincia con un cambio nella Juve: Bendtner prende il posto di Giaccherini. Dopo quattro minuti Pogba ha un’opportunità clamorosa: Bendtner spizza di testa un cross dalla sinistra, il centrocampista può colpire a botta sicura ma manda il pallone alto.

 Ora è un assedio, con il Toro che prova a stringere i denti. Ma al 57′ la Juve sblocca il match. Cross dalla destra di Lichtsteiner, inserimento perfetto in area di Marchisio che di testa in tuffo batte Gillet. Conte richiama in panchina De Ceglie, lo sostituisce Asamoah. Ventura risponde inserendo Stevanovic per Rolando Bianchi.

 I bianconeri al 67′ raddoppiano: diagonale perfetto di Giovinco, che passa sotto le gambe di D’Ambrosio, e Gillet è battuto per la seconda volta. E’ un brutto colpo per il Toro. I bianconeri dominano la gara e sfiorano il tris ancora con Pogba e Bendtner. Ventura esaurisce i cambi togliendo un opaco Cerci per sostituirlo con Sansone. Dall’altra parte dentro Matri per un applauditissimo Giovinco. Non è finita qui, però. Al 84′, con l’ennesimo inserimento in area, arriva la doppietta personale per Marchisio che fissa il risultato sul 3-0.

Multa a Quagliarella, ecco a quanto ammonta la cifra


La società bianconera, come anticipato nei giorni scorsi dallo stesso dg Marotta, ha deciso di multare Fabio Quagliarella in seguito alla reazione avuta dall’attaccante napoletano dopo la sostituzione di San Siro per far posto a Giovinco.

 L’ex punta del Napoli aveva infatti esclamato qualche parola di troppo nei confronti di Angelo Alessio, seppur coprendosi la bocca con il giubbotto. Abbastanza secondo i vertici di Corso Galileo Ferraris per infliggere al giocatore un’ammenda che ammonterebbe, stando a quanto raccolto dalla redazione di TuttoJuve.com, a 80 mila euro.

 Continua quindi la politica del rigore in casa bianconera anche se in questo caso, rispetto a quanto avvenuto meno di un mese fa con Pogba, non è a rischio l’esclusione dell’attaccante di Castellammare di Stabia dall’elenco dei convocati per il sentitissimo derby di domani sera.

lunedì 3 settembre 2012

Juventus: Nonostante la vittoria manca il Top Player

Dopo aver vinto la Supercoppa Italiana e il Trofeo Berlusconi, così come la loro vittoria giorno di apertura e diversi buoni risultati di pre-stagione, la Juventus sono apparentemente nella direzione che vogliono.

 Certo, il presidente Andrea Agnelli pensa così e, dopo il successo dello scorso anno, che vuole la Vecchia Signora per salire di livello e tornare in Europa con un botto. “Stiamo andando in una stagione importante e dovremo confermare le cose buone che abbiamo fatto”, ha dichiarato. “Detto questo, è un anno come tutti gli altri per la Juve, perché la Juventus inizia sempre con l’obiettivo di vincere ogni competizione – è nella nostra storia e del DNA. In Italia saremo l’obiettivo di ripetere la scorsa stagione e in Europa, dobbiamo credere che si possa sognare di nuovo.

” La scorsa stagione c’era un senso di soddisfazione per lo scudetto, ma brucia ambizione luminose all’interno cuori bianconeri e la domanda di alta riecheggia anche dai giocatori. “C’era il desiderio di tornare in Champions League”, ha sottolineato il capitano Gianluigi Buffon. “E abbiamo guadagnato questo diritto con quello che abbiamo fatto in campo. E ‘il giusto premio per una squadra che la scorsa stagione raggiunto qualcosa di grande. ” Il club ha già emesso una dichiarazione di intenti di questa estate con un po ‘di spesa prolifico, un talento ineguagliato da loro concorrenza.

Tuttavia i margini con cui si misura il successo può essere allarmante sottile e il contenuto non è a volte quello che dice sulla latta. Eppure, dopo una spesa di circa € 50 milioni di nuovi giocatori e prendendo le opzioni per firmare altri che erano in prestito o in comproprietà, c’è una nuova vitalità intorno a Vinovo. “E ‘un ambiente diverso rispetto allo scorso anno”, ha continuato Gianluigi. “C’è più positività e fede attorno al luogo ora.” Anche se difficile da mettere da parte le disposizioni che coinvolgono Allenatore Antonio Conte, il suo sostituto in panchina, Massimo Carrera, farà le fusa con la prospettiva di dirigere una squadra rafforzata dalla arrivi ispirando tanti nuovi. Sebastian Giovinco, per esempio, è un talento favoloso con la sua visione creativa con i talenti di Kwadwo Asamoah, che è stato superbo a sinistra fino ad ora e Mauricio Isla. Aggiungi il centrocampista Emanuele Giaccherini, il difensore Martin Caceres e la qualità aggiunge presto su.

Non dobbiamo inoltre dimenticare la fioritura di giovani centrocampisti Paul Pogba e Luca Marrone, che ha giocato come un ripiego difensore centrale contro il Parma e visualizzati senza nervi di sorta, mostrando la sua versatilità è una vera risorsa. I componenti sono tutti lì con un super-forte centrocampo già in atto ispirato da Andrea Pirlo, Claudio Marchisio e l’impressionante Arturo Vidal. Fattore di difensori internazionali come Giorgio Chiellini e Andrea Barzagli, Buffon portiere più ‘, e la squadra è solida attraverso il centro. Eppure non vi è stata una cosa che il pensiero a tutti mancava, qualcosa di fondamentale essenziale quando si sta cercando di mantenere il titolo e la caccia Champions League, a 20 gol un attaccante stagione. Juve tentato di acquistare ancora presto, nonostante i legami con alcuni avanti di classe, compresi dell’Arsenal Robin Van Persie, nulla si è materializzato.

 Ora sembra Giovinco guiderà l’attacco insieme a Mirko Vucinic. Eppure, nonostante Carrera giungendo alla conclusione che era felice con le unioni di sciopero dopo aver Giovinco-Vucinic e Fabio Quagliarella, Alessandro Matri mezzo ogni nell’incontro di Milano, sembrava più spavalderia di fatto. La domanda ora è che ottengono un attaccante decente con Van Persie prima scelta andato? L’elenco dei possibili obiettivi è certamente lungo – Athletic Bilbao Fernando Llorente, Edin Dzeko di Manchester City e ora anche del Benfica Oscar Cardozo – ma nessuno di loro abbastanza buono? E non la Juve hanno le finanze per portar via quelli in cima alla loro lista dei desideri? Personalmente avrei pensato che se fossero disposti a pagare 18 milioni di sterline per il 27-year-old Llorente, potrebbe essere meglio trovare un 6m supplementare € 5 milioni o € e comprare Stevan Jovetic della Fiorentina. Il montenegrino, 23 anni, ha dimostrato ancora una volta il Sabato che può mettere la palla in rete.

 Juve manca che in questo momento con Quagliarella, Giovinco, Matri e Vucinic. Quagliarella né Mitri-Matri può essere veramente fatto valere e sia perso diverse occasioni facili in pre-stagione. E anche se la Juve ha fatto vincere lo scudetto la scorsa stagione, alcuni obiettivi fondamentali sono stati segnati e creato da centrocampo – come lo erano contro il Parma. Con molta opposizione più dura in Champions League, i bianconeri bisogno di una spinta in avanti nella linea. Non dimenticare, questa è una squadra che ha 15 partite di campionato la scorsa stagione – e alcuni di quelli è venuto contro belle squadre medie. Il famoso giocatore top che hanno voglia di firmare per gli ultimi 24 mesi non è più un lusso, ma una necessità.

Juventus: Carrera, mai accontentarsi «Serve più fame, sempre»


La partita che non c’è stata lascia alla Juve qualche buon dato statistico: sei punti in classifica, dodicesima vittoria nelle ultime tredici gare di campionato (considerando il campionato scorso), risultato utile consecutivo numero 41. Massimo Carrera, però, segue il solco di Antonio Conte e tiene alta la tensione: «Il gol del 4-1 l’anno scorso non l’avremmopreso: serve più fame, sempre. La squadra comunque sta crescendo anche se all’inizio non abbiamo tenuto i ritmi alti che volevamo».

Carrera promuove la coppia Vucinic-Giovinco: «In questo momento è quella che in allenamento ci piace di più. Ma i nostri giocatori sanno che il posto non è garantito per nessuno e bisogna guadagnarselo sempre, durante la settimana, anche con il giusto apporto a livello umano. Vucinic a volte è un po’ superficiale e mi fa arrabbiare perché può fare molto di più».

Il tecnico della Juve commenta poi l’episodio determinante della gara di Udine: «La regola è questa: prevede che oltre al danno-rigore ci sia la beffa-espulsione. Con l’uomo in più abbiamo avuto maggiore libertà». La regola Anche Beppe Marotta analizza la decisione dell’arbitro Valeri: «Capisco l’amarezza dell’Udinese, forse l’espulsione è eccessiva. Dobbiamo abituarci a un maggior numero di rigori grazie alla presenza degli assistenti d’area: un’innovazione che mi piace, invece sono contrario al cartellino rosso per il portiere dopo un fallo da rigore. Siamo venuti al Friuli per vincere. Averlo fatto in superiorità numerica non ci rende felici, avremmo preferito riuscirci ad armi pari: l’espulsione di Brkic ha condizionato la gara ».

 Poi l’a.d. della Juve applaude Giovinco («Era già stato tra i migliori dello scorso campionato. Il cambiamento di maglia ha comportato responsabilità in più e doveva avere il tempodi inserirsi. Il lavoro settimanale con Conte gli darà anche la continuità»), commenta il mercato bianconero («Abbiamo inserito giocatori come Asamoah, Isla e Giovinco, funzionali al progetto della squadra. Il responso, poi, tocca esclusivamente al campo»), cerca di ricucire con la Fiorentina («Sono polemiche stucchevoli. Il rapporto tra Agnelli e Della Valle è buono, come quello tra noi dirigenti »).Ementre Martinez potrebbe andare al Cluj e per Iaquinta si attendono offerte da squadre di campionati il cui mercato è ancora aperto, Marotta si prepara per la Champions: «Noi siamo cresciuti, ma non possiamo ancora considerarci al top e al livello dei nostri avversari: ci sono tre o quattro club sicuramente molto più forti di noi». Ma non per questo la Juve andrà in Europa come fosse una vacanza.

venerdì 18 maggio 2012

Liverpool, esonerato Dalglish. Suarez al passo d'addio?

Quella che nei giorni scorsi era un'indiscrezione molto plausibile, oggi è diventata ufficiale: Kenny Dalglish, da due anni manager del Liverpool ed ex leggenda dei Reds, la squadra in cui ha militato da giocatore tra il '77 e il '90, questo pomeriggio è stato esonerato dalla proprietà del club di Anfield. I candidati successori alla panchina sarebbero Roberto Martinez, attuale coach del Wigan, Brendan Rodgers, alla guida dello Swansea, e Rafa Benitez, ex idolo di Anfield sulla panchina dal 2004 al 2010. Ora l'interrogativo maggiore pesa sulle spalle di Luis Suarez, soprannominato "the Anfield's Wizard" dai suoi tifosi, che nella giornata odierna ha visto allontanarsi dalla panchina l'uomo che maggiormente lo aveva protetto nell'arco di questa sua tormentata stagione e che lo aveva fortemente voluto nel gennaio 2011, quando i Reds pagarono 25 milioni di pounds (circa 28 milioni di euro) per strapparlo all'Ajax. Inoltre, il deludente ottavo posto in Premier ( dietro agli odiati concittadini dell'Everton, giunti settimi) con cui il Liverpool si è estromesso dalla prossima Champions League per il secondo anno di fila, potrebbero portare il fantasista uruguaiano a lasciare il Merseyside e l'Inghilterra, nei cui stadi è vittima ormai da mesi di fischi e insulti in seguito alla questione relativa agli insulti razzisti ad Evra. Pertanto, nella giornata in cui la Juventus pare essersi defilata in modo definitivo dall'affaire Van Persie, potrebbe profilarsi un'occasione quantomai ghiotta, quella di accaparrarsi uno degli attaccanti più forti e completi al mondo a una cifra relativamente contenuta, visto il costo dei cartellini di Cavani, Higuain e dello stesso Van Persie. Quando si dice che, chiusa una porta, si apre un portone...

Inconsolabili

Riportiamo quanto segnalato da altri siti bianconeri e pubblicato da Milan news. Stavolta i milanisti hanno superato se stessi, sommando le classifiche di due campionati per dimostrare una presunta superiorità che resta solo nella loro fantasia. Inutile spiegare che volendo seguire questo patetico tentativo ed ampliando il dato statistico a tutti i campionati di A, emergerebbe con assoluta certezza la superiorità di una sola squadra. Per non infierire non è il caso di nominarla. In queste circostanze è comunque doveroso dare conforto agli inconsolabili tifosi sconfitti. Mi permetto pertanto di suggerire di aggiungere ai 162 punti i due che la Juve ha “scippato” grazie al gol di Muntari. Per la stessa ragione, andrebbe ovviamente tolto il punto rubato dai bianconeri. La classifica sarebbe ancora più gratificante per il toscano rancoroso. E poco importa se quest’anno i rossoneri sarebbero comunque arrivati secondi. Quelli che contano, infatti, sono i grandi numeri, specie quando lì si po’ manipolare a proprio piacimento. Tutto sommato neanche noi potrmmo lamentarci, considerando che, da un settimo e primo posto, ricaveremmo un bellissimo secondo posto dietro al grandissimo Milan. 
 Ecco quanto pubbicato da Milan News 
162 punti in due anni: Milan primo in Italia 
Negli ultimi due campionati, interi, prima dell'inizio della gestione tecnica di Massimiliano Allegri, il Milan aveva totalizzato 144 punti: 70 nella stagione 2009-10 (terzo posto finale) e 74 nella stagione 2008-2009 (secondo posto a pari punti con la Juventus). 
Negli ultimi due campionati, invece, la situazione è la seguente: 162 punti, con 82 nel 2010-2011 da Scudetto e 80 nella stagione in corso fino a ieri e appena completata. 
Da quando Massimiliano Allegri allena il Milan, le squadre che vanno per la maggiore, negli ultimi due Campionati, hanno messo insieme questi punti: 
Milan 162
Juventus 142 
Inter 134 
Napoli 131 
Udinese 130 
Lazio 128 
Roma 119

Van Persie ha rotto con l'Arsenal


Il quotidiano inglese The Sun riferisce della rottura della trattativa per il rinnovo del contratto tra Van Persie e l'Arsenal. Van Persie non avrebbe accettato il rinnovo del contratto con aumento dell'ingaggio allettato dalle sirene del City pronte a ricoprirlo d'oro. La Juve per ora resta alla finestra non avendo la possibilità economica di competere con gli sceicchi. Su Van Persie andrebbe fatta anche una valutazione tecnica, quello trascorso è stato il primo anno in cui è andato a rete superando i 30 goals (da quando è all'Arsenal ha segnato rispettivamente 5,5,11,7,11,9,18,30 reti), insomma non propriamente un bomber. Inoltre ha 29 anni e la sua carriera è stata costellata da infortuni. Morale della favola, vale la pena svenarsi?

Nè con A. Agnelli nè con Alex ma con entrambi

L'Italia è il paese dei Guelfi e dei Ghibellini e dei dualismi, devi per forza scegliere se stare con uno o con l'altro. Bartali o Coppi? Moser o Saronni? Rivera o Mazzola etc. In genere questi dualismi non hanno nemmeno ragioni fondate, è più alla gente che piace schierarsi in fazioni. Ebbene il popolo bianconero non si è sottratto all'italica legge di dividersi in pro Tizio e pro Caio ed è caduto nel tranello di doversi dichiarare pro Andrea Agnelli o pro Del Piero quasi i due fossero due esponenti di squadre diverse. Invece di godere del ritorno al Paradiso dopo la discesa all'Inferno, stiamo qui a martellarci i maroni ed a chiederci se ha ragione Andrea o Alex? Perchè dovrei scegliere con chi schierarmi? Mica sono due avversari, sono entrambi esponenti di spicco e rispettabili della squadra che amo. Perchè dovrei avercela con Del Piero? Mi ha regalato 20 anni di emozioni, è un esempio dentro e fuori dal campo e non ha fatto nulla per cui non dovrei dispiacermi se lascia la mia Juve. Perchè dovrei avercela con Andrea Agnelli? Porta un cognome che rappresenta la storia di questa società, ci ha ridato l'orgoglio e la dignità di essere bianconeri, ci ha salvato dal trio comico Cobollo,Blonk ,Jhon. Non chiedetemi di schierarmi , "amo" da tifoso entrambi ed entrambi meritano rispetto. Del Piero è la Juve, Agnelli è la Juve ed io sono con la Juve quindi con tutti e due. Finiamola di autoflagellarci e pensiamo a goderci questo momento di goduria dopo anni di buio. Non esiste nessun dualismo tra le due figure non cadete nel trappolone.

Juventus Campione e imbattuta

Scudetto numero 28 per i bianconeri. In pochi ci credevano, Conte ha fatto il miracolo
10:57 - Tutto cominciò con un poker al Parma nel nuovo stadio, messaggio beneaugurante. Dalla vittoria sul Milan nel primo scontro diretto alla sfida rovente del ritorno al Meazza, avvelenata dalle polemiche, la cavalcata scudetto della Juventus è passata anche per le forche caudine della cosiddetta pareggite, quel filotto di X che a un certo punto sembrava far vacillare le certezze bianconere. Poi il finale irresistibile, il brivido Lecce con l'errore di Buffon e il riscatto a Trieste, nello stadio intitolato a un simbolo del Milan, Nereo Rocco. E' la cavalcata scudetto della squadra di Conte, quasi sempre prima, poi scavalcata dal Milan e infine capace di un nuovo sorpasso vincente. Dalla prima giornata, la squadra bianconera si è appropriata della vetta della classifica: difficile star dietro ai reali distacchi, nell'anno dei rinvii, dei posticipi, degli anticipi. Mai a partite pari, a mai a pari punti. Di fatto la Juve ha però lasciato il primo posto una volta alla settima (Udinese 15, Juve 13). Alla 16/a comincia il testa a testa col Milan (34 punti contro 34), che arrivera' a + 4 meta' marzo per poi essere risorpassata definitivamente alla 32/a giornata. L'inizio di Conte è a squilli di tromba: l'esordio è con quattro gol nel nuovo stadio e con un gioco che fa lustrare gli occhi ai tifosi, reduci dagli 'orrori' delle gestioni precedenti. Si presenta con il vestito della festa, la nuova Juve. A Siena, la conferma arriva solo dal risultato e non dal gioco. Ecco subito la doccia fredda: il Bologna fa pari a Torino con solo una conclusione su calcio d'angolo. Di scudetto non si parla nemmeno lontanamente. A Catania pari sofferto. Arriva il Milan e esce fuori la Juve che non t'aspetti: domina, annichilisce l'avversario e vince 2-0, anche se i gol arrivano solo nel finale. A Verona, niente conferma: solo un pallido 0-0. Non si capisce ancora la vera dimensione della squadra. Arriva il Genoa: gioco e gol non mancano, ma nemmeno la delusione finale con il pareggio rossoblu' e la constatazione dell'immaturita' di un gruppo non ancora grande. Vittoria sofferta con la Fiorentina, poi, i grandi esami: Inter e Napoli fuori casa. Netta vittoria e dominio a Milano, nonostante affiori sempre il difetto di prendere gol evitabili. A Napoli sara' l'unica occasione, invece, in cui la Juve viene messa sotto, ma con grande carattere rimonta due gol. Palermo battuto a Torino e altro esame durissimo in trasferta, con vittoria di rapina. Tre punti con il Cesena e poi di nuovo a Roma, contro Totti: e' un sofferto pareggio, sempre con il gioco e la rimonta di carattere. Novara ko a Torino e poi la temuta sosta invernale. Ma alla ripresa, la Juve ricomincia a vincere: a Lecce, di misura. Stop in casa con il Cagliari, ma la risposta alla crisi arriva subito sul campo difficilissimo dell'Atalanta. Ancora un esame terribile a Udine, dove i friulani non passano. Comincia il periodo grigio: il maltempo interrompe la corsa juventina con i rinvii a Parma e Bologna, che poi, nei recuperi, riusciranno a bloccare la Signora. L'Udinese, per effetto del recupero della prima giornata rinviata per sciopero, incontra la Juve solo dopo 15 giorni dal match del Friuli e viene battuta. Il Siena pareggia a Torino, il Catania si fa harakiri. Poi, il grande retour match, a Milano, la partita che per tutto l'anno restera' quella del ''gol di Muntari''. Dopo terribili polemiche e un match drammatico, la Juve comunque porta a casa il pari preziosissimo, ma si ferma subito in casa con il Chievo. Anche a Genova dominio, ma e' solo pari e il Milan vola a piu' quattro. Tutto perduto? Macche'. Comincia la serie straordinaria delle vittorie sfavillanti, a Firenze con cinque gol, con Inter e Napoli in casa, a Palermo, con Lazio e Roma in casa, a Cesena e poi Novara. I gol piovono, 23 in otto partite. Occorre vincere sempre per reggere il testa a testa con i rossoneri e la Juve si blocca sul piu' bello: in vantaggio dopo otto minuti con il Lecce, rimasto in dieci per tutto il secondo tempo, regala l'incredibile pari con una papera di Buffon che ha del soprannaturale. Poi la notte dello scudetto, l'altalena di gol, i ruggiti di Ibrahimovic dal Meazza prima che l'Inter stenda il Milan e consegni - sublime ironia del calcio - lo scudetto alla Juve vincente col Cagliari.

Juve campione d'Italia: "Per noi è il 30° scudetto"

Piegato il Cagliari. Il Milan crolla nel derby Del Piero: "Questa sera mi ripaga del 2006"


Trieste, 6 maggio 2012 - Grazie alla vittoria per 2-0 a Trieste contro il Cagliari e alla concomitantesconfitta del Milan nel derby con l’Inter (FOTO), la Juventus si aggiudica con una giornata di anticipo il titolo di campione d’Italia. IL MATCH - Parte subito in attacco la Juve, che al 6' è già in vantaggio. Lancio in profondità di Bonucci,Vucinic scatta in posizione dubbia e batte freddamente Agazzi. Il Cagliari, con Cossu in panchina, è schiacciato nella sua metà campo ma i bianconeri, con i tentativi di Marchisio, Pirlo e, soprattutto, Pepe, non riescono ad arrotondare. Brutto impatto aereo tra Pinilla e Lichsteiner al 22’: ha la peggio l’ex laziale, costretto ad uscire in barella. Al 36’ un gran destro dalla distanza di Pinilla dà l’illusione ottica del gol, al 45’ Pepe ci riprova dal vertice sfiorando il palo. Nella ripresa spazio, strada facendo, a Cossu, Giaccherini e Larrivey, con il fantasista 'di casa' che, al 7', si becca un’ammonizione per simulazione dopo un contatto con Chiellini. Il Cagliari ci crede, la Juve non riesce più a pungere come sempre, anche se non rischia granchè. Anzi, al 19’ Vucinic spreca sotto porta calciando alle stelle. Dentro anche Borriello per l’ex Matri ma è ancora Vucinic, al 27', a sfiorare il raddoppio con un destro a girare che esalta Agazzi, poco dopo graziato da un colpo di testa di Caceres. E’ il momento migliore della Juve, che al 29' trova il raddoppio: Caceres mette al centro, Canini nel tentativo di anticipare Borriello sigla la più classica delle autoreti. Nel finale la Juve attende solo il triplice fischio e le notizie da Milano: lo scudetto non è più un sogno ma realtà. CONTE - "Che scudetto è? Per me il numero uno, il primo che vinco da allenatore". Così Antonio Conte ha commentato ai microfoni di Sky. "Sono sensazioni fantastiche - ha aggiunto - siamo veramente contenti, merito dei ragazzi ma onore anche ai vinti: il Milan è stato un avversario fortissimo. A -1 ho capito che la mia squadra aveva ancora birra, mentre loro erano un po' stanchi. Finire il campionato imbattuti sarebbe qualcosa di storico". MAROTTA - "E’ lo scudetto numero 30, assolutamente. Lo abbiamo scritto anche sull’etichetta delle bottiglie, perché 30 sono quelli che abbiamo vinto". Così il direttore generale della Juventus Giuseppe Marotta, intervistato da Sky. "C’è stato un lavoro molto difficile di tutta la società - ha detto ancoraMarotta -, dal presidente Agnelli, a Paratici e Nedved, ma ce lo siamo strameritato. Il nostro valore aggiunto è Conte. Come società abbiamo iniziato un percorso lo scorso anno e in questa stagione abbiamo meritato il tricolore. Abbiamo cominciato a crederci quando abbiamo visto che stava migliorando il livello delle nostre prestazioni". Poi Marotta vuole fare un complimento particolare: "E’ soprattutto il titolo di Antonio Conte, la squadra ha risposto in pieno alle indicazioni dell’allenatore". "Del Piero? - conclude il d.g. juventino - Alessandro stava gioendo con noi e non voglio pensare ad altro". SU TWITTER - "Campioni d’Italia, grazie ragazzi. *JuveCampione, #30 sul campo". E’ il messaggio della Juve sul profilo ufficiale twitter, dopo la conquista dello scudetto. DEL PIERO - "Questa serata mi ripaga di tante cose. A cominciare da quel che è successo nel 2006", ha detto Alessandro Del Piero. "E’ un epilogo strano - ha spiegato a Sky, parlando del suo addio al bianconero - Ma lo vivo con gioia: dopo la B stasera ha un sapore speciale. E’ una bella storia, e sono contento di farne parte".

domenica 8 aprile 2012

Numeri da primato, Juve sempre più imbattibile


Conte raggiunge l'Inter di Mancini: 31 gare senza ko. Miglior difesa europea: Buffon, rete inviolata da 523'

TORINO - Sgommando sgommando, con la trazione integrale inserita in anticipo, la Juve di Antonio Conte torna in testa, quella testa persa l’11 febbraio. E lo fa usando la... testa. Ragionando, segnando, vincendo. Un successo, quello di Palermo, che porta la serie mitica di Antonio Conte e dei suoi ragazzi a quota 35: 31 gare di campionato più le 4 di Coppa Italia senza sconfitte. Serie immacolata, serie da campioni.

CHE MURO - Numeri su numeri. Da impazzire, da gioire. Anche se il traguardo è ancora lontano. La miglior retroguardia (Buffon non prende gol da 523 minuti, quelli subiti dal gruppo sono 17, di cui solo 8 in trasferta: l’ultimo di Di Vaio il 7 marzo) è prima anche in Europa, e si aggiunge il reparto di mezzo - di ferro - con Pirlo-Marchisio-Vidal insuperabili e gli avanti camaleonti. I gol, poi, sono ripartiti: 9 dei difensori, 26 dei centrocampisti, 24 degli attaccanti. Matri è a 10, Marchisio a 7, Vucinic a 6, Pepe a 5, Quagliarella e Vidal a 4. Manca il bomber vero, machissenefrega...

QUATTRO HURRA’ - In Sicilia arriva la quarta vittoria consecutiva: contro Fiorentina, Inter, Napoli e Palermo appunto. Sorpasso, elettrizzante sorpasso sul Milan affossato da... Amauri. Massì, l’ex che regala una gioia. Un gol per tutti. E il destino della Juve adesso è in mano alla Juve. Sette partite da giocare senza ragionare: se si vincono tutte...

IL MEGLIO - Il sorriso di Alessandro Del Piero è il sorriso di una squadra speciale, che ha alle spalle risultati straordinari. Merito dei giocatori, merito di Conte. Sì, il fuoriclasse è mister Antonio. Che fa meglio di Fabio Capello, e il mascellato aveva una squadra monstre. Che rincorre se stesse e la sua storia impareggiabile, dopo aver conosciuto l’oblio nel 2006. Il record di imbattibilità di Conte in campionato (31 partite da sballo), a venti squadre, eguaglia quello dell’Inter di Mancini 2006-2007, al primo scudetto sul campo ma con i bianconeri relegati in serie B. Un cerchio che si chiude, o quasi.

OLE’ - Tanta roba, verrebbe da dire. Tanta soddisfazione, ma ancora nessuna intenzione di festeggiare perché il bello deve venire, tra tricolore e coppa da alzare al cielo nella notte romana. Insomma, un finale di stagione da batticuore, da Juve tornate vera Juve. Le gerarchie sono cambiate: bianconeri a quota 65, rossoneri a 64. Stare lassù rende euforici, perché in quota l’aria è più frizzante. I tifosi, che pure stanno impazzendo, pregustano uno stillicidio di passione, da qui al termine, tra riti scaramantici e modi di dire. “Vincereevinceremo” il motivo su Twitter che accompagna il sostegno alla Vecchia Signora; poi c’è anche #vinciamosenza rigori, opppure #finoallafineforzajuventus. Già, bello stare davanti. E parte il coro virtuale: Juve, storia di un grande amore...

sorpasso scudetto


La Juve è più fresca del Milan, ma il calendario è insidioso. L'effetto Champions pesa, ecco tutti i fattori dello sprint.

PALERMO - In fondo era semplice la ricetta: bastava tornare a vincere con continuità. Semplice la ricetta per il sorpasso al Milan perfezionato in questo sabato di Pasqua, che la Resurrezione Juventina anticipa di almeno qualche ora. Prima Amauri col gol in viola, ma tra i più importanti della sua storia incrociata con la Juve; poi l’aggressione continua e alla fine premiata al piccolo Palermo a disposizione per l’Evento. In combinato disposto il calo del Milan, percettibile da tanti piccoli segnali, a partire dallo sgretolamento per usura, consunzione stagionale, errori di gestione di Allegri fino alla capitolazione in Champions, contro il Barcellona ma già intuibile dal tremendo cappotto rimediato all’Emitares.

FILOTTO - E allora, ecco il sorpasso: quattro vittorie consecutive e il gioco è fatto. Juventus più 1. Con un top player davanti, questo campionato, sarebbe chiuso da tempo: questa la verità del campo, al netto di tutti i Muntari del mondo. La ricetta - come era semplice quella buona per sorpassare, bastava tornare a vincere (e senza prendere gol, incassando pochissimi tiri, ieri uno solo in porta) - è addirittura banale adesso che si sta davanti: alla Juventus, nel finale che conduce - partendo da mercoledì - al 13 maggio ora basta vincerle tutte... Ricordando il vantaggio di un arrivo appaiati.

SVOLTA - Perché chi è primo è padrone del suo e altrui destino. E la Juve di questa primavera stupenda è fresca, corre sempre e comunque di più dell’avversario, arriva in fondo con forze e protagonisti sempre nuovi. E lo fa con la forza di una certezza incrollabile, finora, un’imbattibilità che rimanda alla solidità della sua difesa imbattuta ormai da 523’. Ora, però, qualcosa là davanti si muove meglio e con più puntualità: c’è stato il periodo che denomineremo “vuciniciano”, la riemersione di Del Piero, sprazzi di Matri come quelli di ieri, e le ultime inequivocabili apparizioni di un Quagliarella goleador che mancava dai giorni amari dell’infortunio di un anno e tre mesi fa. E il ritorno al top di Marchisio, i Decisivissimi.

SEMPRE IBRA - Il tutto mentre il Milan è parso sempre e comunque, nonostante l’innesto positivo di Muntari e qualche bagliore di Maxi Lopez, Ibra -dipendente. La facilità con cui spesso le squadre avversarie, specie quelle che poco hanno da pretendere in classifica, si presentano con l’inferiority complex (e spesso un rigorino a favore) davanti al Gulliver svedese ha consentito vittorie facili. Ma non appena la strada della Champions s’è fatta salita dura, con il totem barcellonese a fare da spauracchio e ridurre a poltiglia le certezze rossonere, ecco che arriva il calo. Troppe, in verità, le gestioni sprovvedute di uomini chiave da parte di Allegri, che nella sfida con Conte nonostante l’indubbio vantaggio tecnico iniziale di una rosa campione e abituata al vertice, si trova a sprintare perdendo all’acme Thiago Silva e a riperdere per fretta anche Pato. Al Milan che deve inseguire serve guardare con fiducia al calendario che propone partite contro squadre che avranno poco o nulla da chiedere, visto come si stanno cristallizzando le situazioni in fondo alla classifica. C’è, però, l’appuntamento con l’Inter alla penultima e - al netto delle discussioni sul “quando” - c’è “come” il Milan stia affrontando le gare decisive contro le big: malamente. Senza mai togliersi uno sfizio nelle partite pesanti, a eccezione dei due match con una Roma che definire grande in questa stagione è piuttosto complesso.

CAMMINO - La Juventus ha un cammino più impervio, a partire dall’infrasettimanale di mercoledì: la Lazio, ma allo Juventus Stadium, impianto totem di questa stagione da incorniciare. A Torino dovrà tornare anche la Roma di Luis Enrique, mentre il derby col Novara sul sintetico del Piola arriverà quando forse la lotta per evitare la B sarà già Cassazione. Uno sforzo di memoria per ricordare un campionato simile a quello che stiamo vivendo (e con un solo rigore!): ovvio, l’immediato rimando a quelli cancellati per la Figc da Calciopoli (ma il problema della Terza Stella si staglia in fondo al tunnel delle prossime 7 giornate). Ma furono cavalcate diverse: qui è un gioco di partenze e ripartenze, mai come questa volta caratterizzate dal duello tra un Gruppo Juve e un Milan Ibracentrico. Tra il Gulliver e una pattuglia di apparenti lillipuziani che per ora i legacci intorno al gigante l’hanno fissati per bene. Tradizione vuole che sia favorito chi alla volata ci arriva di slancio, in rimonta, ma soprattutto chi ha più benzina. In questo, la Juventus del Sorpasso di Palermo ha il vento che soffia in poppa, sarebbe un trionfo epico gestirlo al meglio per un gruppo di neofiti del successo come quello che ha nel neo-presidente Agnelli, nel neo-guru Conte e in un manipolo di buoni giocatori con pochi - e decisivi - vincenti a tirare le fila i protagonisti.

domenica 25 marzo 2012

Juventus-Inter ai raggi X

Proviamo a giocare in anticipo il Derby d'Italia, analizzando ruolo per ruolo i protagonisti del match dello Juventus Stadium. Si considera la forma attuale dei giocatori
BUFFON-JULIO CESAR - X: due grandissimi portieri, tra i migliori al mondo. Il bianconero, dopo un periodo difficile a causa dei tanti infortuni, è (quasi) tornato sui vecchi livelli da Superman. Il brasiliano, nonostante la disastrosa stagione nerazzurra, è una delle poche certezze per Ranieri e i tifosi della Beneamata
CACERES-MAICON - 2: il brasiliano, anche se non al top della forma, è comunque una delle poche armi pericolose a disposizione dell'Inter. Se in serata, Maicon è ancora uno dei migliori terzini al mondo. Per Caceres, una buona chance per scalare posizioni nelle preferenze di Conte
BARZAGLI-LUCIO - 1: il ritorno dell'ex Wolfsburg è una gran bella notizia per tutti i tifosi bianconeri. Barzagli, infatti, ha dimostrato quest'anno di essere fondamentale per questa Juve quasi quanto Pirlo. Tra i migliori centrali del nostro campionato, vince a mani bassi contro un Lucio che sta vivendo un periodo da incubo
CHIELLINI-SAMUEL - X: pareggio pirotecnico, tra due difensori 'vecchio stile'. Rudi, potenti e arcigni: si equivalgono
DE CEGLIE-NAGATOMO - X: il giovane terzino bianconero sta scalando posizioni nella classifica di gradimento di Conte e tifosi, ma rappresenta ancora l'anello debole della difesa. Il giapponese nerazzurro paga invece il periodo 'no' della squadra, ma è anche uno dei pochi che corre tra gli 11 di Ranieri
PIRLO-STANKOVIC - 1: impossibile competere con questo Pirlo, probabilmente solo Xavi potrebbe strappare un pareggio. Nettamente il miglior regista del nostro campionato, e non solo
MARCHISIO-POLI - 1: il giovane nerazzurro ha portato una ventata di freschezza nel vecchio e stanco centrocampo interista, ma Marchisio sta vivendo la stagione della definitiva consacrazione
VIDAL-ZANETTI - X: il cileno si è rivelato un grande acquisto di Marotta e un uomo fondamentale nello scacchiere tattico di Conte, ma il capitano nerazzurro è forse l'unico a tenere ancora alto l'onore anche nei momenti più bui
PEPE-OBI - 1: entrambi ci mettono cuore e corsa, ma lo juventino negli ultimi anni è migliorato tantissimo anche dal punto di vista della qualità. Il giovane nigeriano dell'Inter deve studiare ancora molto
VUCINIC-FORLAN - 1: il montenegrino sta vivendo il suo miglior momento da quando è in Italia, mentre a Milano si interrogano ancora sul perché sia stato venduto Eto'o per puntare sull'uruguaiano
MATRI-MILITO - 2: se la Juve ha perso il primato in classifica è anche colpa per la poca confidenza col gol dei suoi attaccanti. Matri non sta vivendo una gran seconda parte di stagione, Borriello è già l'incubo dei tifosi bianconeri. Dall'altra parte c'è Milito che, due rigori sbagliati a parte, è stato l'unico a segnare in questi ultimi due mesi da incubo per l'Inter
JUVENTUS vs INTER, ECCO I RISULTATI FINALI: 5-2 per la squadra di Antonio Conte.

Milan e Juventus che trappolone!

I rossoneri, aspettando il Barça ricevono la Roma. Per i bianconeri dopo l'Inter ecco il Napoli. Aspettando i gol di Ibrahimovic e Matri

È come andare a ripetizione qualche giorno prima dell’esame di maturità. La Roma è considerata un piccolo Barça? E allora vediamo se il Milan ha studiato bene i segreti del "professor Guardiola". La materia è complessa: come si fronteggia il possesso palla avversario, come si colpisce una difesa spesso molto alta, come si evitano le "imbucate" dei centrocampisti, come si ingabbia il fuoriclasse avversario. Oggi Totti, mercoledì Messi. Due pianeti diversi ma, comunque, due campioni che pretendono di essere sempre nel cuore della manovra offensiva. Per carità, concluso il ripasso-Guardiola, il Milan dovrà chiudere subito i libri di Champions e pensare allo scudetto. E per chiarire quanto non siano paragonabili le due sfide basta una considerazione: la squadra rossonera deve assolutamente vincere la partita contro la Roma per tenere la Juve a meno quattro in classifica mentre mercoledì notte contro il Barcellona anche uno 0 a 0 potrebbe essere un risultato accettabile. Chiaro il concetto?
IBRA AGO DELLA BILANCIA — Certo, non è facile per il Milan tenere separati questi due appuntamenti. Lo stesso Allegri è costretto a operare delle scelte tecniche mirate a proporre formazioni adeguate per entrambe le partite. Oggi, a esempio, il tecnico cercherà di "proteggere" Boateng (fondamentale contro la banda Guardiola) e darà fiducia, in attacco, al talento El Shaarawy. Sperando, magari, di recuperare per mercoledì il prezioso Robinho. Buone idee anche se, alla fine, tutto ruota sempre intorno a Ibra. Senza il miglior Zlatan (stavolta anche in versione Champions) andare a ripetizione di tattica è un esercizio quasi inutile.
ASPETTANDO IL BEL MATRI — Il Milan si avvia a un passaggio importante della sua stagione esattamente come la Juve che nei prossimi due turni di campionato ospiterà Inter e Napoli. Due veri trappoloni. La squadra di Conte, dopo un momento di comprensibile stanchezza, è tornata a correre ma inizia lo sprint finale con un handicap non facile da annullare. Pirlo e compagni devono recuperare subito terreno sperando che l’effetto Barcellona tolga energie e punti ai rossoneri. La prima sfida, quella contro la sofferente Inter di Ranieri, sulla carta ha un favorito scritto. La Juve di oggi è più forte in ogni angolo del campo ma partite come queste sono simili ai derby (tra l’altro stiamo parlando del derby d’Italia) dove non sempre i valori tecnici bastano a garantire il risultato finale. Conte dopo aver ritrovato gli acuti dei suoi tre tenori a centrocampo e il miglior Vucinic ora è alla ricerca del bomber affidabile. Il tecnico bianconero riparte da Matri. Per vincere lo scudetto la Juve ha bisogno dei gol del suo centravanti. Infine, il campionato propone un altro turno interessante in prospettiva zona Champions. Lo scatenato Napoli di Mazzarri dovrà vedersela con "l’effetto Montella", al San Paolo sono garantiti gol e spettacolo; la Lazio, che viene da alcuni risultati negativi, dovrà dimostrare di poter fare a meno dell’infortunato Klose e l’Udinese, che si presenta oggi a Palermo con una lista interminabile di assenti, dovrà garantire di avere ancora benzina nel motore. Il terzo posto non aspetta.

Juventus-Napoli, biglietti in vendita dal 2 aprile


La carica dei trentamila. Tanti, almeno, saranno i tifosi del Napoli pronti a invadere festosamente Roma per la finale di Coppa Italia del 20 maggio prossimo. La partita è organizzata dalla Lega di serie A che ieri ha tenuto già la prima riunione allo stadio Olimpico. Presente, per il Calcio Napoli, il dg Marco Fassone: con lui, per la Lega calcio, il dg Marco Brunelli e il marketing director Fabio Santoro, per il Coni il dirigente Nepi e il capo comunicazione Danilo Di Tommaso, il dg Giuseppe Marotta per la Juventus. Dopo tre ore e 15 minuti i presenti hanno partorito importanti decisioni.

Trentamila i biglietti destinati al Napoli e altrettanti alla Juventus, in vendita esclusivamente presso le ricevitorie Lottomatica (non dunque ai botteghini degli stadi) e online su Listicket a partire dal 2 aprile. Sarà garantito un diritto di prelazione per i possessori della tessera del tifoso, che non è tuttavia condizione necessaria per acquistare i tagliandi. Finita la prelazione, la vendita sarà libera, per quanto i possessori della Club Azzurro Card, per esempio, sono circa 45mila, ovvero più dei biglietti disponibili.

Prezzi in netto aumento rispetto allo scorso anno: si va dai 30 euro per le curve ai 130 per le tribune. Orientativamente ai tifosi del Napoli saranno riservati la curva Nord, distinti Nord e Tribuna Monte Mario lato nord, a quelli bianconeri i corrispondenti posti della Sud. Ieri è stato effettuato anche il sorteggio: è la Juventus la «padrona di casa» e le spetterà dunque la scelta della maglia, della panchina dello spogliatoio e anche dell’orario della rifinitura.

Il club bianconero dovrebbe comunicare nei prossimi giorni le proprie decisioni in merito. La Lega tratterrà per sé circa 10mila tagliandi, circa 4mila saranno destinati ad omaggi, ospiti dei club, ospiti istituzionali, tra cui il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Giá questa mattina, alle 8.30, è fissata la riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza: Questura e Lega Calcio decideranno l’imponente servizio di sicurezza (saranno utilizzati gli steward che la Roma coordinerà).

«Sono certo che sará una grande festa per i calcio italiano – ha detto a Radio Marte il presidente della Lega Maurizio Beretta -, dovrà essere un successo anche sugli spalti, intanto complimenti alla Juve per il nuovo corso e a De Laurentiis, capace di una forte spinta innovativa che farà solo il bene del calcio. La coppa sta tornando ad essere uno straordinario appuntamento come capita anche in Inghilterra e in Spagna. Ci sono tutte le premesse per una festa di calcio».

venerdì 24 febbraio 2012

La Juve scalda i motori e anche Buffon comincia a crederci.


Questa volta alla Juventus ci credono per davvero. Persino chi, come Gigi Buffon, aveva sempre scelto di tenere il profilo basso per evitare di dover fare i conti nuovamente con delusioni troppo recenti per essere dimenticate. Questa volta anche il portiere bianconero ammette che qualcosa è davvero cambiato: "Rispetto alle ultime due stagioni è cambiato molto: ora abbiamo una mentalità ben delineata, costruita sul lavoro, sul sudore e sul sacrificio. Quest'anno siamo tornati ad assaporare sensazioni da Juve, ed era tanto che non succedeva. Mi sono reso conto che questa può essere la stagione buona per tornare a essere temuti. Grazie a innesti come quello di Pirlo il gap rispetto al Milan è stato assottigliato: il Pirlo di quest'anno è anche più decisivo di Ibrahimovic". E riguardo al big match di San Siro Buffon avverte: "Non sarà decisiva, di sicuro a livello mentale può dare una spinta non indifferente".

Un altro giocatore che più o meno segretamente coltiva sogni di scudetto è Alessandro Matri. Per lui sarebbe la prima volta, ma l'attaccante di Sant'Angelo Lodigiano sa bene che prima bisognerà passare dalla sfida del Meazza: "Abbiamo sicuramente più bisogno di vincere noi: loro infatti rimangono i favoriti, e riuscire a staccarli un minimo in classifica potrebbe essere importante. Dovremo essere bravi ad aggredirli dal primo minuto. Non ci sarà Ibra ma il Milan ha tanti giocatori in grado di essere decisivi. Personalmente mi preoccupa molto Robinho, è un giocatore geniale e ultimamente ha ritrovato il feeling con il gol". Un feeling che invece Matri deve recuperare dopo qualche giornata di astinenza, anche se il posto da titolare nella gara di domani è tutt'altro che assicurato: "Conte ci tiene sulla corda fino all'ultimo e ci comunica la formazione solo arrivati allo stadio. Non vivo tutto questo con ansia, ma di certo ogni volta mi auguro di scendere in campo, nonostante la concorrenza sia valida e agguerrita".

In vista della partita che potrebbe decidere lo scudetto anche il direttore generale bianconero Beppe Marotta si è concesso ai microfoni, in un'intervista esclusiva rilasciata alla Gazzetta dello Sport: "Questo Milan-Juve ha un sapore inaspettato: domani tutto il mondo avrà gli occhi su questa partita, ed è una gran cosa aver riportato il brand Juve al centro dell'attenzione. Andiamo ad affrontare un Milan fortissimo, con o senza Ibrahimovic. Vincere domani non significherebbe scudetto, ma vorrebbe dire dimostrare di essere all'altezza del Milan. Sogno di vincere, magari con due gol di Pirlo".

«Juventus su Suarez. Pronti 35 milioni»


Alla voce acquisti. Luis Suarez e Gaston Ramirez sono gli osservati speciali della Juventus, che si sta muovendo sul mercato estivo per alzare il tasso qualitativo della squadra.

VERSO LA CESSIONE - In Inghilterra sono sicuri che l’ad bianconero si sia messo in contatto con il Liverpool per il gioiello del calcio uruguaiano che ha regalato con i suoi gol e le sue giocate la Copa America del 2011 alla Celeste. Secondo il Daily Star, i bianconeri starebbero addirittura preparando un’offerta da circa 35 milioni per l’attaccante, seguito anche dal Paris Saint Germain di Ancelotti. Anche se è arrivato appena un anno fa dall’Ajax, la partenza di Suarez viene data abbastanza per scontata: il giocatore è in rotta con i Reds per la vicenda di Evra: dopo aver rimediato otto giornate di squalifica per aver rivolto insulti razzisti al difensore del Manchester United, si è rifiutato di stringergli la mano. A Liverpool sono abbastanza stufi del suo comportamento e disponibili a cedere il campione.

lunedì 30 gennaio 2012

RINUNCIA A GUARIN PER NAINGGOLAN.


In molti in questi giorni ci hanno chiesto e ci stanno chiedendo se la Juventus ha fatto bene a perdere Fredy Guarin prendendo Caceres e inseguendo Nainggolan, che forse a meno di sorprese non arrivera'. In molti si chiedono se sia stato meglio tentare prendere Nainggolan a 14-15 milioni piuttosto che Guarin a 11,5. La risposta è si: probabilmente la Juventus ha fatto bene a seguire questa strategia per un motivo molto semplice, le due valutazioni sono molto simili e uno è extracomunitario e quindi penalizza le scelte societarie, occupando un posto. Riassumiamo per spiegare la situazione. La Juventus ha avuto in mano Guarin alle medesime condizioni nerazzurre: si tratta di 1,5 milioni per il prestito e 10-11 milioni al momento dell'eventuale riscatto. Tuttavia nonostante la trattativa fosse in fase avanzata si è scelto Caceres su chiara indicazione di Antonio Conte che voleva un'aggiunta importante nel reparto difensivo. Il discorso regge, visto che fin dallo scorso agosto abbiamo sempre sostenuto che alla Juventus servisse un difensore duttile in più e secondo noi Caceres dal punto di vista qualità prezzo rappresenta l'opzione migliore. Ecco quindi che rinunciando a Guarin, si è passati su Nainggolan che alla vista sembrerebbe più costoso, ma che allo stato dei fatti non lo è. Andando a vedere dal punto di vista economico l'esborso è addirittura minore, perchè Nainggolan costa- costerà a giugno se non arriva a sorpresa stasera, 10 milioni in tre anni mentre Guarin 11,5, oltre alle contropartite. Se analizziamo le contropartite però come frutto del vivaio, per la società sono tutta plusvalenza e alla fine dei conti si inserisce a capitale sociale sociale un giocatore di valore maggiore con un esborso materiale di cassa minore. L'operazione, quindi quadra perfettamente, a questo punto aspettiamo di vedere stasera ore 19,00 se arriverà Nainggolan o se sara' solo Padoin...su Padoin non vogliamo sbilanciarci per un semplice motivo: siamo qui ad osannare Conte, se Conte pensa che Padoin sia funzionale allora ci fidiamo di lui, del resto senza Conte non saremmo da nessuno parte. Ma attenzione, non ci sorprenderebbe un Padoin preso...e poi girato.

domenica 22 gennaio 2012

Campioni d'inverno, ma con l'amaro in bocca!

Campioni d'inverno, ma con l'amaro in bocca! La differenza tra le belve e Michel Telò


Atalanta-Juventus 0-2 in un campo difficile per chiunque, con almeno 8 nitide palle gol costruite, con Colantuono impressionato dall'onda d'urto dei bianconeri, campioni d'inverno, miglior difesa del campionato e a più 10 rispetto alla passata stagione (anche se questo dato inizia a perdere valore, ed è una cosa positiva). Eppure c'è un qualcosa in questa domenica che mi lascia un (dolce) rammarico: dopo un intero girone, ripeto INTERO (ricordate le castronerie sull'inizio di campionato facile?) senza sconfitte e condotto a ritmo altissimo, abbiamo un solo punto di vantaggio sul Milan che abbiamo demolito ed umiliato nello scontro diretto. Questa non è una critica, ma penso sia il più grosso complimento che si possa fare ad una squadra partita nello scetticismo generale di"...

juventus campioni d'inverno


Non è l' inverno, ma la primavera della Juventus. Per la prima volta dall' azzeramento del 2006 Madama è prima a metà strada. Un titolo simbolico (52 volte su 78 nei campionati a girone unico è diventato anche pratico) ma che, proprio per la sua carica evocativa, rappresenta molto nel momento storico bianconero. Riporta a un tempo andato, riannoda legami, propone certezze. La Juventus di Antonio Conte è imbattuta a fine girone d' andata come l' Inter di Roberto Mancini (due volte). È una squadra fatta a immagine e somiglianza del suo tecnico, tenace, digrignante, che deve giocare a ritmi altissimi perché sbaglia tanto, non sa amministrare. Sa solo azzannare. È una Juve per cui il gol è un lungo lavoro, una scalata impegnativa. Un po' come ritrovarsi sulla cima del campionato a metà strada e non aver ancora conquistato niente. La Juventus per arrivare al successo sull' Atalanta, per trovare il vantaggio, deve dominare, deve montare l' assedio e, soprattutto, deve produrre un numero impressionante di occasioni e poi sbagliarle. Quindi, dopo il simpatico scambio di petardi (e di insulti, ovviamente) durante il minuto di silenzio per ricordare il grande alpinista Mario Merelli (ma perché farli ancora negli stadi italiani? Grottesco), Madama si rimbocca le maniche, da formazione gregaria di lusso, e si mette a inseguire la rete che vale la vetta solitaria. Un grande primo tempo a livello di spinta, di pressing, di inserimenti e tentativi. In generale la solita partita contiana, grande fatica, assedio, frustrazione per le opportunità fallite. È un assedio senza esito. Forse Marchisio e Pirlo non sono così lucidi come nei passaggi migliori di questo gruppo, forse Vucinic gigioneggia un po' troppo, forse Pepe ha dei momenti in cui si crede Ronaldo (il fratello magro di quello di adesso). Però il complesso è solido e dà sicurezza, molto di più, ad esempio, dell' impressione offerta dopo il primo tempo con il Cagliari, che pure era finito in vantaggio. Qui non accade. Infatti, sebbene il ritmo e la prova generale di Madama sia di rilievo, non arriva nulla, a fronte dello sproposito di occasioni create. Un palo di Barzagli e una traversa di Vidal con, più o meno, complicità di Consigli, due conclusioni di Pepe, una sbagliata da ottima posizione (contropiede Marchisio) una ribattuta dal portiere, due tentativi di De Ceglie (rovesciata e zuccata fuori di poco), un sinistro di Vucinic respinto dal portiere dell' Atalanta, un piattone d' incontro di Matri alzato in curva. Dall' altra parte rare ripartenze, ben controllate da uno straripante Chiellini tornato al centro (fuori Bonucci) non solo della difesa, ma delle sue possibilità. Solo Denis si trova ad avere una buona visione della porta, ma il suo destro al volo veleggia a lato. La Juventus di Conte è tornata, però. Deve arrampicarsi a mani nude, deve ansimare, sbagliare, ma i tentennamenti visti con il Cagliari sembrano alle spalle. Pirlo, talvolta non brillante come all' inizio, estrae dal suo repertorio un lancio millimetrico per la testa di Lichtsteiner che sbuca oltre la difesa dell' Atalanta. E qui si vede che la Juve c' è. La squadra regge non solo il ritorno furioso dell' Atalanta, ma anche ai suoi errori. Matri si divora il 2-0, poi Marrone e Giaccherini (primo gol in campionato) mettono al sicuro il titolo d' inverno. E anche un' idea di quello d' estate.

domenica 15 gennaio 2012

Calciomercato Juventus: Vertice per lo scudetto oggi assalto a Behrami

Calciomercato Juventus: Vertice per lo scudetto oggi assalto a Behrami

Un vertice direttamente nella pancia dello Stadium per trasformare la delusione del pareggio in qualcosa di più costruttivo. C’erano Andrea Agnelli , Beppe Marotta , Fabio Paratici e ovviamente Antonio Conte . Nessuno era di ottimo umore dopo l’1-1 contro il Cagliari, tutti erano però decisi a capire e risolvere i problemi bianconeri. Sette giorni dopo la faticosa vittoria sul Lecce,A fine partita lungo summit sulle strategie di mercato
è arrivata un’altra opaca prestazione dei bianconeri, stavolta senza neppure la consolazione dei tre punti.

 E’ evidente che la squadra sta ancora smaltendo il grande lavoro di Dubai e a Vinovo non c’è grande ansia, ma – anzi – la serena convizione che le gambe gireranno sempre meglio con il passare dei giorni. Ma è altrettanto evidente che la zona dove la Juventus ha evidenziato maggiore sofferenza è il centrocampo, dove Vidal , Marchisio e Pirlo non hanno praticamente mai tirato il fiato da inizio stagione. E se è vero che i bianconeri non hanno le coppe e più tempo per recuperare, bisogna ricordare che non ci sono le necessarie alternative a centrocampo, indispensabili per chi punta allo scudetto, con o senza impegni europei.

IL PRESCELTO D’altra parte, chiuso l’affare Borriello prima ancora che aprisse il mercato, l’ad bianconero Beppe Marotta sembra proprio essersi concentrato sulla ricerca di un centrocampista dinamico e tecnico, in grado di dare il cambio a Marchisio e Vidal. E non è un caso che ieri pomeriggio l’argomento principale del vertice è stato Valon Behrami , il ventiseienne centrocampista della Fiorentina, obiettivo numero uno della Juventus. Conte lo gradirebbe assai, Marotta sta cercando di districarsi in una
Servono un centrocampista e un difensore. Conte ha ribadito la sua tesi: vuole il viola o Nainggolan
trattativa sicuramente non facile e che oggi vivrà la sua giornata campale.

IL DIVORZIO Behrami è infatti determinato a non perdere l’occasione della vita. Nemmeno le parole spese ieri dal presidente esecutivo della Fiorentina, Mario Cognigni l’hanno dissuaso. Il dirigente ha dichiarato: «Behrami è ufficialmente incedibile. Quanto allo scambio con Amauri , non è in linea con le nostre intenzioni. Siamo orgogliosi delle attenzioni dei grandi club verso i nostri giocatori più importanti ma noi li teniamo. Non intendiamo fare stravolgimenti». Il nazionale svizzero però andrà alla carica, esibendo uno stato di servizio impeccabile e il precedente che l’ha portato alla Fiorentina. Ovvero la disponibilità a diminuirsi lo stipendio per facilitare il trasferimento dal West Ham ai viola. Insomma, una mozione d’affetti per non rovinare l’esperienza comune.

ANTI-SCRICCHIOLII Comunque vada l’operazione Behrami, il mercato della Juventus deve dare le risposte alle domande che le prime due partite del 2012 hanno posto. Serve qualcosa in più per puntare allo scudetto, parola che ormai è stata sdoganata anche nei vertici di mercato. L’unica alternativa gradita a Conte sarebbe Radja Nainggolan , ma l’arrivo del belga è previsto per l’estate. Intanto c’è bisogno di forze fresche e non solo a centrocampo. Perché anche in difesa, che domani dovrebbe perdere Fredrick Sorensen , è necessario intervenire. Con Martin Caceres e Behrami gli scricchiolii di Lecce e di ieri farebbero molta meno paura.

Juventus, è record ma non è fuga

Juventus, è record ma non è fuga:
Cossu rallenta la corsa bianconera - I risultati consecutivi diventano 18, ma con il Cagliari è 1-1.Del Piero e Krasic falliscono i colpi della vittoria
TORINO - Tra il record e la fuga, per quanto piccola e legata al pomeriggio, la Juventus avrebbe preferito quest’ultima. Con diciotto risultati utili consecutivi la Juventus di Antonio Conte diventa quella con la migliore partenza della storia bianconera dei campionati a girone unico.
 Dopo le malinconie degli ultimi due anni, sicuramente un bel risultato, ma il terzo pareggio casalingo, dopo quelli con Bologna e Genoa, fa pensare a quella che sarebbe potuta essere la classifica della Nuova Juve a questo punto. Comunque sia, rispetto al recente passato, il percorso è ottimo e abbondante. Negli anni dello scontento bianconero queste partite Madama le perdeva regolarmente. Ora invece le pareggia.

LA PARTITA - Il gol di Vucinic (bello con un’azione spettacolare Lichtsteiner-Pepe (di tacco)-Marchisio-Lichtsteiner-Vucinic) arriva troppo presto, forse illudendo il gruppo contiano di trovarsi davanti una gara in discesa. Invece il Cagliari, guidato da uno scatenato Cossu - che si ricorda del 2008, quando Ballardini, proprio a Torino, lo inventò trequartista regalandogli una nuova vita - risale lentamente, prende metri alla capolista, fa pesare la sua buona organizzazione e la sua voglia di non soccombere. È proprio il folletto di Cagliari a pareggiare, a inizio ripresa, con un sinistro micidiale.

 - La Juventus fa fatica. L’avevamo già vista arrancare a Lecce, ma, soprattutto, questa è una squadra che, per segnare, deve lavorare moltissimo, deve montare un assedio lungo e laborioso. Paradossalmente, Conte azzecca i cambi, ma i cambi lo tradiscono. Nel senso che a Del Piero e a Krasic capitano due occasioni clamorose, specialmente quella della bandiera (in panchina), ma entrambi le falliscono. Così la Juve non riesce a scappare, denunciando qualche difficoltà, di palleggio, di gioco, di capacità di trovare il genio della lampada che risolva gli enigmi più intricati. Conte sapeva che sarebbero arrivate. Meglio ora che a primavera. Comunque gennaio si conferma ancora un mese ostico per Madama. E siamo solo a metà.

venerdì 6 gennaio 2012

LIVE LECCE - Dal sole di Dubai e Riyadh, al nubifragio del Salento. Juve chiusa in albergo: impossibile allenarsi all'aperto


Dopo una settimana di ritiro tra gli Emirati Arabi e l'Arabia Saudita, la Juventus è rientrata in Italia. I bianconeri hanno lasciato Riyadh ieri sera, dopo la sfida amichevole contro l'Al Hilal, e sono atterrati a Brindisi nella notte, attorno alle 2. Un'ora più tardi, alle 3 circa, sono arrivati nell'albergo di Galatina. I giocatori sono riusciti a prendere sonno intorno alle 3:30-4:00, quindi si sono svegliati in tarda mattinata. In Puglia, la Juventus ha trovato un clima totalmente differente rispetto a quello caldo di Dubai e Riyadh. Nella città salentina, infatti, è in corso un nubifragio violentissimo, con pioggia, grandine ed un vento che soffia in maniera imponente. All'esterno dell'albergo della Juventus, a Galatina, a circa 15 chilometri da Lecce, erano state predisposte delle transenne che il vento ha letteralmente scaraventato in mezzo alla strada. Secondo quanto riferito da Sky Sport, proprio le condizioni atmosferiche proibitive, rischiano di modificare i programmi di Conte: così, infatti, è impossibile allenarsi all'aperto. La situazione climatica non dovrebbe migliorare nelle prossime ore. Adesso i bianconeri stanno pranzando in albergo, in attesa di capire se riusciranno ad allenarsi all'aperto, oppure se dovranno svolgere una seduta al coperto. Se ci fosse questo clima domenica pomeriggio, la partita tra Lecce e Juventus non si potrebbe giocare.
Calciomercato Juventus: Caceres, Juve attenta al Napoli che sgomita

Intrigo nel calciomercato Juventus: Caceres e l’offerta del Napoli che non si può rifiutare. De Laurentis entra a gamba tesa contro la Juve. Acquisti di gennaio 2012, le trattative e le ultime notizie sulla vicenda Pizarro. E’ davvero un momento amaro per la società bianconera. Anche sul difensore Martin Caceres è spuntata l’ombra di una diretta concorrente. Gli azzurri si sono intrufolati nella trattativa, un pò come hanno fatto con l’acquisto di Vargas (in trattativa serrata con l’Inter) ed hanno offerto al Siviglia ben 11 milioni di euro. Un’offerta che non si può rifiutare. E poi, per quanto lo stesso uruguaiano della nazionale vincitrice della Coppa America voglia tornare alla Juventus, l’ipotesi di accasarsi al San paolo non gli dispiacerebbe affatto.
Ed ecco, quindi, che il calciomercato Juventus, se Caceres non arriverà, dovrà cambiare assolutamente obiettivo. serve un rinforzo per la difesa e, dopo aver visto sfumare la pista Juan, l’ipotesi dell’ultim’ora vedrebbe come favorito Guarin, ex pupillo del tecnico del Chelsea Villas Boas. E con lui, fra gli acquisti di gennaio 2012, arriverebbe anche Bocchetti dal Genoa. Resta chiaro, comunque, secondo le ultime notizie, che il preferito da Antonio Conte è Caceres, un graditissimo ritorno anche per i compagni della Juve. Ma il Napoli sornione, alla fine è pericolosissimo per il mercato bianconero.
Cosa succederà?
Come finirà il calciomercato Juventus?
Non solo Borriello e probabilmente Caceres.
Fra gli acquisti sicuri c’è il centrocampista della Roma David Pizarro. Versatile e con una buona tecnica di gioco. Sarà l’arma in più della nuova Juve 2012?
Calciomercato - Dopo Marco Borriello, la Juventus punta su Pizarro

Ora è ufficiale, l'attaccante della Roma Marco Borriello, ormai fuori dai piani di Luis Enrique, passa in prestito alla Juventus di Antonio Conte.
Decisivo l'incontro fra le due dirigenze, che hanno limato le differenze e permesso l'affare che rafforza i bianconeri nella corsa allo scudetto con il Milan.
L'attaccante napoletano arriva alla corte di Antonio Conte in prestito per circa 1 milione di euro con diritto di riscatto che oscilla attorno ai 7,5 milioni di euro.
Conte punta molto su di lui, sulla sua fame di rifarsi dopo un inizio stagione in cui non ha mai potuto dare il suo apporto alla squadra giallorossa.
La Juve si rafforza pesantemente in vista della sfida scudetto con il Milan e ora punta a David Pizarro, centrocampista sempre della Roma.
L'accordo di massima pare esserci, ma la strada per avere il metronomo cileno è ancora lunga, anche perchè la Roma deve trovare subito un'alternativa.
I media parlano di uno screzio con Luis Enrique, in base al quale le distanze fra Pizarro e la società si sarebbero ampliate, permettendo così maggiore trattativa. Infatti su quest'ultimo fronte si registrano novità importanti. Pizarro ha avuto un altro battibecco con Luis Enrique riguardo al mancato stretching finale del giocatore che ha lasciato l'allenamento ed è andato a cambiarsi. La società lo multerà ma Pizarro ha dovuto convivere con un grave problema di famiglia per questo è tornato subito in Cile. La società giallorossa vuole accontentare il giocatore e cederlo alla Juventus. Ma la società capitolina in cambio vorrebbe una contropartita tecnica. Alla Roma non dispiacerebbe avere in cambio Paolo De Ceglie, terzino sinistro classe 86' che nella Juventus non gioca più. De Ceglie, che piace anche al Milan, vedrebbe di buon grado l'approdo in una grande squadra come la Roma dove potrebbe giocare con maggiore continuità rispetto a quanto fatto fino a questo momento. In quel ruolo i giallorossi hanno il balbettante spagnolo Josè Angel e Rodrigo Taddei, quest'ultimo reinventato in quel ruolo da Luis Enrique con buoni risultati. Chiaro che il tecnico asturiano vorrebbe un terzino di ruolo che sappia spingere, De Ceglie ha le qualità giuste per farlo. Certo, l'ultimo infortunio di Osvaldo ha cambiato un po' le priorità di mercato in casa Roma. Senza Osvaldo e senza Borriello, nella rosa giallorossa manca un attaccante forte fisicamente visto che capitan Totti ha ormai rivestito i panni del trequartista. Per questo Sabatini potrebbe anche chiedere Amauri alla Juventus. I bianconeri non avrebbero problemi a offrire l'italo-brasiliano alla Roma, il problema principale riguarda l'alto ingaggio del giocatore che in bianconero guadagna circa 3,8 milioni di euro. Troppi per la Roma. Amauri dovrebbe tagliarsi l'ingaggio e soprattutto fare alcune scelte.
Ovviamente si tratta di indiscrezioni, sulla base delle quali però si riflette per capire quale aria stia vivendo il calciatore nel prendere la decisione.
La Juve di Conte si rafforza e studia da grande, realizzando un mix fra forza atletica e qualità calcistica. Con queste due pedine il puzzle potrebbe essere davvero completo.