!-- TradeDoubler site verification 2279576 -->

domenica 8 aprile 2012

sorpasso scudetto


La Juve è più fresca del Milan, ma il calendario è insidioso. L'effetto Champions pesa, ecco tutti i fattori dello sprint.

PALERMO - In fondo era semplice la ricetta: bastava tornare a vincere con continuità. Semplice la ricetta per il sorpasso al Milan perfezionato in questo sabato di Pasqua, che la Resurrezione Juventina anticipa di almeno qualche ora. Prima Amauri col gol in viola, ma tra i più importanti della sua storia incrociata con la Juve; poi l’aggressione continua e alla fine premiata al piccolo Palermo a disposizione per l’Evento. In combinato disposto il calo del Milan, percettibile da tanti piccoli segnali, a partire dallo sgretolamento per usura, consunzione stagionale, errori di gestione di Allegri fino alla capitolazione in Champions, contro il Barcellona ma già intuibile dal tremendo cappotto rimediato all’Emitares.

FILOTTO - E allora, ecco il sorpasso: quattro vittorie consecutive e il gioco è fatto. Juventus più 1. Con un top player davanti, questo campionato, sarebbe chiuso da tempo: questa la verità del campo, al netto di tutti i Muntari del mondo. La ricetta - come era semplice quella buona per sorpassare, bastava tornare a vincere (e senza prendere gol, incassando pochissimi tiri, ieri uno solo in porta) - è addirittura banale adesso che si sta davanti: alla Juventus, nel finale che conduce - partendo da mercoledì - al 13 maggio ora basta vincerle tutte... Ricordando il vantaggio di un arrivo appaiati.

SVOLTA - Perché chi è primo è padrone del suo e altrui destino. E la Juve di questa primavera stupenda è fresca, corre sempre e comunque di più dell’avversario, arriva in fondo con forze e protagonisti sempre nuovi. E lo fa con la forza di una certezza incrollabile, finora, un’imbattibilità che rimanda alla solidità della sua difesa imbattuta ormai da 523’. Ora, però, qualcosa là davanti si muove meglio e con più puntualità: c’è stato il periodo che denomineremo “vuciniciano”, la riemersione di Del Piero, sprazzi di Matri come quelli di ieri, e le ultime inequivocabili apparizioni di un Quagliarella goleador che mancava dai giorni amari dell’infortunio di un anno e tre mesi fa. E il ritorno al top di Marchisio, i Decisivissimi.

SEMPRE IBRA - Il tutto mentre il Milan è parso sempre e comunque, nonostante l’innesto positivo di Muntari e qualche bagliore di Maxi Lopez, Ibra -dipendente. La facilità con cui spesso le squadre avversarie, specie quelle che poco hanno da pretendere in classifica, si presentano con l’inferiority complex (e spesso un rigorino a favore) davanti al Gulliver svedese ha consentito vittorie facili. Ma non appena la strada della Champions s’è fatta salita dura, con il totem barcellonese a fare da spauracchio e ridurre a poltiglia le certezze rossonere, ecco che arriva il calo. Troppe, in verità, le gestioni sprovvedute di uomini chiave da parte di Allegri, che nella sfida con Conte nonostante l’indubbio vantaggio tecnico iniziale di una rosa campione e abituata al vertice, si trova a sprintare perdendo all’acme Thiago Silva e a riperdere per fretta anche Pato. Al Milan che deve inseguire serve guardare con fiducia al calendario che propone partite contro squadre che avranno poco o nulla da chiedere, visto come si stanno cristallizzando le situazioni in fondo alla classifica. C’è, però, l’appuntamento con l’Inter alla penultima e - al netto delle discussioni sul “quando” - c’è “come” il Milan stia affrontando le gare decisive contro le big: malamente. Senza mai togliersi uno sfizio nelle partite pesanti, a eccezione dei due match con una Roma che definire grande in questa stagione è piuttosto complesso.

CAMMINO - La Juventus ha un cammino più impervio, a partire dall’infrasettimanale di mercoledì: la Lazio, ma allo Juventus Stadium, impianto totem di questa stagione da incorniciare. A Torino dovrà tornare anche la Roma di Luis Enrique, mentre il derby col Novara sul sintetico del Piola arriverà quando forse la lotta per evitare la B sarà già Cassazione. Uno sforzo di memoria per ricordare un campionato simile a quello che stiamo vivendo (e con un solo rigore!): ovvio, l’immediato rimando a quelli cancellati per la Figc da Calciopoli (ma il problema della Terza Stella si staglia in fondo al tunnel delle prossime 7 giornate). Ma furono cavalcate diverse: qui è un gioco di partenze e ripartenze, mai come questa volta caratterizzate dal duello tra un Gruppo Juve e un Milan Ibracentrico. Tra il Gulliver e una pattuglia di apparenti lillipuziani che per ora i legacci intorno al gigante l’hanno fissati per bene. Tradizione vuole che sia favorito chi alla volata ci arriva di slancio, in rimonta, ma soprattutto chi ha più benzina. In questo, la Juventus del Sorpasso di Palermo ha il vento che soffia in poppa, sarebbe un trionfo epico gestirlo al meglio per un gruppo di neofiti del successo come quello che ha nel neo-presidente Agnelli, nel neo-guru Conte e in un manipolo di buoni giocatori con pochi - e decisivi - vincenti a tirare le fila i protagonisti.

Nessun commento:

Posta un commento