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sabato 5 gennaio 2013

Claudio Galli (ag.Fifa): "Llorente può arrivare subito ma Drogba sarebbe un colpo fenomenale. Quintero? Non è ancora pronto"


L'agente Fifa, Claudio Galli, ha parlato a ilsussidiario.net del mercato della Juventus e delle sue ultime mosse:
"Io credo che ci siano ottime possibilità per l'arrivo di Llorente a gennaio. Il giocatore sembra desideroso di vestire bianconero, solo che bisogna capire quanto chiedono gli spagnoli per liberarlo subito. Drogba? Sarebbe un colpo fenomenale per la Juventus sotto tutti i punti di vista; Drgoba è un campione, uno che ti risolve la partita in un singolo momento".
Galli ha anche parlato del dopo-Pirlo, con la Juventus alla ricerca di un giovane regista che possa provare a raccogliere l'eredità del fuoriclasse ex Milan. I bianconeri sembrano seguire con attenzione il colombiano Quintero del Pescara:
"Credo che un ragazzo come Quintero (classe '93, ndr), debba giocare in un ambiente tranquillo e questo non succede a Pescara. Non è ancora pronto per vestire la maglia della Juventus. E' un giocatore di talento che potrebbe far bene in futuro".

Mondonico a Tmw: "Fiorentina e Napoli, mercato di qualità. La Juventus deve preoccuparsi..."

L'ex tecnico di Fiorentina, Torino e Novara, Emiliano Mondonico, è intervenuto ai microfoni di Tuttomercatoweb per parlare della campagna di rafforzamento di alcune ambiziose inseguitrici della Juventus, come Fiorentina e Napoli."Se Giuseppe Rossi dimostrerà di essere quello di qualche tempo fa, allora può essere considerato un acquisto straordinario per la Fiorentina - ha spiegato Mondonico -. Era chiaro che qualcosa andava fatto in quel ruolo e si può dire che la società ha fatto un grande colpo anche se bisognerà capire quanto tempo bisognerà attendere il calciatore. Con questo arrivo la squadra può ritenersi completa e sarà dura per tutte le avversarie. I viola non possono essere considerati la sorpresa del campionato, ma una grande a tutti gli effetti con tutte le conseguenze del caso: ci sarà maggiore pressione di vincere le sfide alla portata e le avversarie metteranno qualcosa in più in campo. L'obiettivo, a questo punto, deve essere almeno la Champions. Dove bi
sognerebbe intervenire per rinforzare ulteriormente la squadra? "Si è sentita molto la mancanza di un giocatore come Pizarro, probabilmente un giocatore che possa alternarsi con lui ma per il resto credo che la squadra sia competitiva. Il Napoli prenderà Armero e Calaiò? A questo punto la Juventus deve preoccuparsi. Squadre come Napoli e Fiorentina erano già molto pericolose e possono uscire da questo mercato con tanta qualità in più. Alla lunga gli acquisti daranno un grande contributo".

Hamsik a Corsport: "Se la Juve perde colpi non dobbiamo farci trovare impreparati"

Marek Hamsik ha parlato anche di Juventus al Corriere dello Sport: "La vittoria della Coppa Italia è stato il momento più esaltante da quando indosso questa maglia; le prestazioni in Champions League, invece, hanno rappresentato le tappe più gratificanti. Il nostro obiettivo deve essere il ritorno in Champions League, vincere il titolo mi sembra più difficile, specie se la Juve dovesse marciare con questa andatura. Ma il nostro compito è quello di non farci trovare impreparati se la capolista dovesse perdere colpi e soprattutto di non perdere di vista il secondo posto in classifica. Dobbiamo mantenere costanza di rendimento ed assicurare continuità di risultati, preparando partita dopo partita, poi alla fine tireremo le somme".

Sportitalia - Guffanti: "Sbagliato dire che il top player sia una necessità per la Juve"

"E' sbagliato dire che il top player sia una necessità per la Juventus, perchè poi parlano sempre il campo e i risultati". E' il pensiero espresso dall'osservatore dell'Udinese, Riccardo Guffanti, durante il programma di Sportitalia, "Aspettando calciomercato". "I risultati della Juventus li vediamo tutti, sia in campionato che in Champions: tutti hanno partecipato -ha aggiunto Guffanti -. Si parla bene di Matri, Quagliarella, Vucinic e Giovinco, in un reparto dove non emerge uno su tutti, ma ognuno ha fatto la sua parte. Quindi è facile che ci sia una divisione numerica. La Juventus non ha difficoltà in attacco o di risultati. Non voglio dire che non deve fare attenzione al mercato e alla possibilità  di acquisire un giocatore importante come Drogba, ma la Juve è già più avanti rispetto alle altre squadre, è in una fase in cui alza l'asticella. L'acquisizione di questo giocatore non è dettata dall'emergenza, ma alzerebbe l'asticella dei valori. Ecco perchè ritengo sbagliato il termine necessario". 

Agente Insigne: "Lorenzo vuole essere il Del Piero del Napoli"


Fabio Andreotti, procuratore di Lorenzo Insigne, ha parlato del suo illustre assistito ai microfoni di Radio Crc. "L'adeguamento del contratto di Insigne? Nei primi giorni della primavera abbiamo sempre fatto il punto della situazione col club azzurro e anche quest'anno, anche per una questione scaramantica, ci siederemo e discuteremo. Il Napoli ha sempre decantato Lorenzo e De Laurentiis vorrebbe che fosse il Totti del Napoli. Insigne, pero', vorrebbe essere il Del Piero del Napoli".  "Insigne - ha proseguito l'agente non e' a rischio per la partita con la Roma perche' sta gia' molto meglio - ha assicurato Andreotti - Incontrare Zeman sara' una grande soddisfazione perche' lo si fara' in serie A.

Tuttosport - Focus Peluso: sogni e aspettative e il saluto: "Sono felice..."


L'edizione odierna di Tuttosport, si concentra su Federico Peluso, che oggi  vivrà il suo primo vero giorno da juventino. Si inizia con le visite, per lui un contratto fino al 2017. Alla Juventus costerà circa sei milioni bonus compresi. 
La giornata di ieri ha visto Peluso al centro sportivo dell’Atalanta, seduta leggera e  saluto di rito a compagni e staff. «Sono felice perché la Juventus rappresenta un’opportunità importante per la mia carriera che voglio sfruttare, ma allo stesso tempo un po’ di malinconia c’è nel salutare voi e un ambiente in cui sono stato benissimo. Ringrazio l’Atalanta per quello che mi ha dato in queste stagioni». 
Di Peluso piace la sua duttilita' e il suo essere jolly, potrà tamponare di volta in volta altre emergenze a sinistra nella difesa a tre, terzino o centrale in una retroguardia a quattro. Fu bianconero per 6 mesi, nella Primavera juventina di Gasperini e dovrebbe riuscire a mantenere la maglia 13, numero a cui è particolarmente legato, il 13 di Alessandro Nesta , modello per molti difensori, a maggior ragione per chi è cresciuto nel vivaio della Lazio.

Antonio Filippini: "Juve troppo forte, non ce n'è per nessuno. Hamsik e Cavani dovrebbero andare in un club come quello bianconero per consacrarsi..."


L'ex centrocampista del Brescia, Antonio Filippini, ha rilasciato un'interessante intervista ai microfoni di calcionapoli24.it. Ecco le sue parole, raccolte dai colleghi Gianluca Vitale e Pasquale Cacciola:  
Cosa si prova a giocare per la squadra della propria città dopo anni di lontananza?
"È una soddisfazione enorme. Come me, anche Cannavaro ha avuto la fortuna di arrivare tra i professionisti con la maglia che ha sempre sognato di indossare, per poi ritrovarla e difenderla da capitano. È ancor più un orgoglio, per un bresciano, vestire  i colori del Brescia, così come per Paolo sarà stato doppiamente bello giocare nel Napoli. Poterti allenare dove sei cresciuto, lottare per la tua città, ti permette di dare sempre il massimo e vivere il calcio col cuore".
Quanto influisce la "pressione" del tifo sulle prestazioni di un capitano?
"L'umore dei tifosi è un'arma a doppio taglio per qualsiasi giocatore. In ogni piazza, esso rappresenta una componente importante. A certi livelli, però, non ci si può far condizionare. Dai tifosi bisogna sempre prendere il meglio e trasformarlo in carica da trasmettere anche ai compagni".
In carriera hai avuto più volte il piacere di giocare nella stessa squadra di tuo fratello Emanuele. I tifosi partenopei sognano una Napoli all'insegna dei fraelli Insigne. Che futuro vedi per i due attaccanti, possono 'sfondare' insieme?
"Personalmente ho sempre combattuto contro l'ipotesi secondo cui si renderebbe meglio a giocare insieme anziché separati. Non è assolutamente vero, anche perché io ed Emanuele, ad esempio, abbiamo disputato le nostre migliori stagioni in società differenti. Certo, nessuno ti capisce come un fratello e la sua stessa presenza ti dà una spinta in più, ma i due Insigne sono fortissimi anche da soli. Lorenzo è già bravissimo così com'è e lo stesso dicasi per Roberto. Anzi, possono rendere ancor meglio da soli. Se poi dovessero arrivare a giocare in tandem, tanto meglio per loro e per il Napoli, che si ritroverebbe due ottimi giocatori in campo".
El Kaddouri è esploso nel 'tuo' Brescia: secondo te è un giocatore da Napoli?
"Omar è giovane ed è nornale che fatichi a trovare spazio al suo primo anno in Seria A. Tuttavia, bisogna guardare soprattutto l'aspetto legato alla gratificazione personale: se non si è contenti della sistemazione attuale, è giusto andare a giocare da un'altra parte. Se giochi tre partite l'anno, forse è meglio cambiare aria. Giocare fa sempre bene ed è l'unico modo per crescere davvero".
Il passaggio di consegne da Cannavaro ad Hamsik è stato accelerato dai recenti accadimenti giudiziari. Ritieni che Marek abbia la stoffa e la maturità giuste per essere il nuovo capitano del Napoli?
"Hamsik è un fuoriclasse e già da tempo sta facendo la differenza, pertanto trovo giusta la decisione di Mazzarri. Eppure, Marek può fare ancora di più. Dovesse approdare in squadre come Juventus o Milan si consacrerebbe definitivamente. Se vuole realmente esplodere, Hamsik deve lasciare Napoli".
Dunque non ritieni il Napoli un club di 'prima fascia'?
"Un calo generale ci può stare, specie in un momento particolare come quello che stanno attraversando gli azzurri. Tuttavia, non ci si può appellare al calcioscommesse o alla scarsa vena di qualche giocatore se non si vincono le partite. La verità è una sola: la squadra di Conte è troppo forte. Contro questa Juve non ce n'è per nessuno, men che meno per il Napoli".
Annoveresti Cavani tra i cinque 'top player' mondiali?
"Cavani è già Cavani, ovvero un fuoriclasse completo. Per diventare un super campione dovrebbe però approdare in una società come Chelsea, Juve, Milan o Inter. Sono questi i club che arrivano sempre in fondo in Europa e in campionato".
Capitolo mercato: Dossena è in uscita, il Napoli fa bene a cederlo?
"Conosco molto bene sia Andrea sia Christian (Maggio, ndr), avendo giocato con loro in passato (nella stagione 2005-2006 i due azzurri erano gli esterni del Treviso, ndr). Entrambi hanno dato e stanno dando tantisismo al Napoli. Andrea magari un po' meno, ma ha sempre fatto il suo. Da qui a venderlo ci penseri bene. Se il Napoli negli ultimi anni è andato in UEFA e in Champions è anche meirto suo. La riconoscenza, nel calcio d'oggi, purtroppo non esiste".
Borriello - Acquafresca - Floccari: chi ti senti di consigliare come vice Cavani?
"Senza dubbio Floccari. Acquafresca caratterialmente potrebbe risentire di una piazza importante; Borriello se va in una squadra deve giocare per forza, sennò fa casino; Floccari, invece, potrebbe dare molto alla causa azzurra".

Lippi a Sky: "Questa Juve è affamata come la mia e come quelle di Capello e Trap. Conte ha riportato juventinità. Tornare in Italia? Ormai ho un marchio. Dirigente bianconero? Accostamento vero, ma..."


Su Sky Sport hanno mandato in onda altre dichiarazioni di Marcello Lippi, intervistato dal giornalista Alessandro Alciato. Ecco le dichiarazioni del tecnico del Guangzhou Evergrande, trascritte da TuttoJuve.com:
La Juventus è tornata...
"E' ritornata la solita Juventus, la squadra con grandissime motivazioni, grande determinazione, fame, con grande fame di vittorie. Come la Juve di Lippi, come la Juve di Capello, come la Juve di Trapattoni. E' come le Juve vincenti. Conte ha dimostrato di avere una juventinità. La voglia di riappropriarsi della juventinità, era questo che voleva l'ambiente. E lui ce l'ha, è stato il capitano della grande Juve, di una delle grandi Juventus, è stato un esempio sul campo, è stato bravo anche a trasmettere i principi tecnico-tattici e di organizzazione di gioco, perchè questa Juve non è soltanto cuore, determinazione e grinta, ma è anche organizzazione di gioco, sia nella fase difensiva, sia nella fase di costruzione. Il ritorno ad essere fuoriclasse di Gigi, che dopo l'anno dell'infortunio è ritornato ad essere un fuoriclasse, l'acquisto di Pirlo che è stata determinante e poi l'esplosione definitiva di giocatori come Marchisio che è diventato uno dei migliori centrocampisti del mondo e di Chiellini che è terzino sinistro, centro-sinistra, difesa a tre, difesa a quattro, è uno dei grandi delle difese mondiali".
L'addio di Del Piero?
"Nella storia della Juve sono andati via grandissimi campioni, per tornare alla mia epoca, andò via Zidane...grandi giocatori. Del Piero è qualcosa di più di tutti questi nella storia della Juve, perchè Del Piero è stato la Juve nel mondo; quando si parlava di Juve, la prima parola che veniva in mente era Del Piero; quando si parlava di Del Piero veniva in mente Juventus. Certamente è stato difficile, ma credo che i tifosi se ne siano fatti una ragione. Poi Del Piero ha fatto quello che voleva, fermo restando che lui voleva restare alla Juventus e finire alla Juve; ha fatto però quello che voleva, cioè un'esperienza totalmente diversa".
Possiamo iniziare a scommettere su Marcello Lippi ct della Cina?
"Io credo sia nei loro pensieri, perchè no? Io mi rendo conto di aver già cominciato a conoscere questo tipo di calcio, conosco i giocatori di tutte le altre squadre, si fa presto a conoscere la realtà nella quale si lavora. E immagino che tra due anni sarà molto molto più chiara la situazione. Questa potrebbe essere una soluzione".
Ritornare in Italia?
"Io ho detto no, ma non perchè.... l'Italia è la mia Nazione, ho nostalgia dell'Italia, degli amici, della famiglia, di tutto quello a cui sono legato, ma il lavoro che dovevo fare in Italia l'ho già fatto. Poi io ho un marchio in Italia. Adesso vado a Roma, vado a Firenze...juventino qua, juventino là, perciò quelo che doveva in Italia io l'ho fatto".
A meno che la Juventus, un giorno, le dica: "Vieni a fare il dirigente"...
"Quello è un accostamento che è già stato fatto in passato, molto forte e molto vero, però non si è concretizzato".
Fare pace con Zeman?
"E' un allenatore che ha le sue caratteristiche, alcune positive, altre meno, non ho bisogno di far pace con nessuno e di litigare con nessuno".
Perchè non hai convocato Balotelli al mondiale?
"Non ritenevo Balotelli meritevole di essere convocato in Nazionale tre anni fa, perchè dicevo: questo non giocava nella sua squadra, lo mettono in castigo, va in Under 21 e fa casino...qual è  il motivo per cui deve essere premiato per venire in Nazionale? Era questo il mio intendimento. Però, certamente, questo è un giocatore che fa parte del futuro della Nazionale".
Il rapporto con Cassano?
"Io ho avuto un buon rapporto con Cassano. E lui credo che abbia apprezzato anche alcuni miei atteggiamenti, credo, mi è stato riferito".
L'esempio che Balotelli non deve seguire è proprio Cassano? Non deve rifare gli errori che ha fatto Cassano per diventare un grande giocatore?
"Non è che non deve rifare, ma dopo averne fatti uno-due-tre-quattro-cinque, poi basta; devi capire che devi sfruttare tutte le grandi doti che madre natura ti ha regalato e non capita a tutti".

Di Gennaro a Sky: "Juve protagonista nel 2013? Vincerà per diversi anni. E potrà acquistare i top player. Peluso può fare il salto di qualità. Saponara andrà in un grande club, Immobile deve crescere"

"Juve protagonista anche nel 2013? Io la vedo protagonista per diversi anni". E' il pensiero dell'ex calciatore Antonio Di Gennaro, ora opinionista di Sky Sport. "Credo che vincerà il campionato per diversi anni, perchè le altre squadre stanno risanando un po' i propri bilanci, stanno cercando di ripartire dai giovani, sono d'accordo, ma ci vogliono investimenti, cosa che la Juve potrà fare anche in seguito, perchè con lo stadio nuovo ci saranno più ricavi - le parole di Di Gennaro, rilasciate ai microfoni di Sky Sport 24 e trascritte da TuttoJuve.com -. La Juve in futuro - lo ha detto anche Conte - potrà acquistare anche i top player che guadagnano tantissimo come Van Persie, che quest'anno non è arrivato. Con il nuovo stadio potranno fare investimenti importanti, cosa che attualmente le nostre grandi squadre non possono fare. La Juve poi ha già una squadra fortissima a livello di portiere, la difesa, tutte le componenti. Dicono manchi un attaccante davanti, però per l'Europa, perchè per l'Italia la Juventus va benissimo così. E non vedo in Italia chi possa impensierirla più di tanto nella lotta Scudetto. Chi potrebbe esplodere nel 2013? Mi piace moltissimo Saponara dell'Empoli, per me è già pronto per la Serie A. Un giocatore di grande valore, come corsa, come qualità tecnica, come capacità di poter fare gol, di poter fare gli assist. Secondo me il prossimo anno Saponara andrà in una squadra di Serie A, anche importante. Peluso è un giocatore che - lo si è visto anche quest'anno - in quel ruolo, dove ce ne sono pochi in Italia, può fare il salto di qualità, anche in prospettiva Nazionale. Florenzi si è fatto valere molto bene. Giovani non ne vedo tantissimi altri. Immobile? Per quanto riguarda le sue caratteristiche, lo abbiamo visto bene nella squadra di Zeman; per quanto riguarda la sua attitudine a giocare nel Genoa, lo vedo un po'...non dico in difficoltà, ma nei movimenti si vede ancora che ha bisogno di migliorare, così come a livello tecnico. Ma in prospettiva può migliorare. Si trova anche in una condizione difficile, perchè il Genoa è in un momento difficile e c'è un giocatore come Borriello che può condizionarne il rendimento. Deve migliorare molto sia dal punto di vista tattico che tecnico". 

Sportmediaset - Il 2013 del calcio: si riparte con la Juve nettamente in vetta e proiettata verso la Champions

Il giornalista della redazione sportiva di Mediaset, Daniele Garbo, presenta il 2013 calcistico su Sportmediaset.it:"Nel calcio, archiviato quello che in Italia è stato indiscutibilmente l'anno della Juventus, si riparte con i bianconeri ancora nettamente i
n vetta alla classifica. Ma un obiettivo primario della squadra di Conte è anche la Champions League che riprenderà a febbraio con gli ottavi di finale. La Juve se la vedrà con gli scozzesi del Celtic, mentre il Milan è atteso dal confronto proibitivo col Barcellona stellare di Messi. La finale di Champions è in programma il 25 maggio allo stadio londinese di Wembley. A giugno l'Italia di Prandelli sarà impegnata in Brasile nella Confederation Cup, mentre nello stesso mese l'Under 21 affronterà in Israele la fase finale del campionato europeo con una formazione altamente competitiva per cercare riportare a casa un trofeo che manca dal 2004".

Candreva: "Bello essere secondi. A parte le Juve non ci sono squadre molto più forti di noi"

Il centrocampista della Lazio, Antonio Candreva, ha tracciato un bilancio della stagione biancoceleste: "I ricordi più belli? La rete con il Napoli del 7 aprile, il giorno di Chinaglia. Venivo da un momento duro, pensavo di non riuscire ad affermarmi nella Lazio, questo è al primo posto. Al secondo c'é sicuramente il gol e la vittoria nell'ultimo derby, lo scorso anno non lo giocai. Invece questa volta l'ho giocato da protagonista, una cosa bellissima", ha spiegato il centrocampista a Lazio Style Radio. Il presente però è il secondo posto in classifica.
"Abbiamo fatto un grande inizio di stagione - aggiunge Candreva - ma noi ci siamo preparati, con il mister, dal primo giorno di ritiro per fare questo. Fa un grande effetto essere secondi, è veramente una bella cosa. A parte la Juventus che ha una fame particolare, non ci sono squadre molto più forti di noi, ma se noi giochiamo come sappiamo, anche nel 2013 possiamo levarci grandi soddisfazioni. Molti non se l'aspettavano e ancora oggi indicano altre squadre come favorite. Noi andiamo avanti per la nostra strada, consapevoli della nostra forza. In che posizione di classifica siamo? Ah non lo so, credo dietro altre 3 o 4 squadre. Sinceramente mi rendo conto che manca ancora qualcosa per competere con la Juve per lo scudetto. Non solo a livello di mentalità".

Platini: "Si può considerare la Juve come una delle magnifiche otto, ma..."

Michel Platini ha parlato al Globe Soccer Forum anche di Juventus:  "Visto l’ultimo sorteggio si può già considerare la Juve come una delle magnifiche otto che prenderanno parte ai quarti di finale. Poi conterà molto anche la fortuna. E lo dice uno che se ne intende e che ne ha giocate tante di queste grandi sfide europee. Alcune grandi si elimineranno fra loro, tipo Real Madrid o Manchester United e Milan o Barcellona. Pure questo potrà aiutare, di riflesso, la Juve. E sapete bene come la penso sul fascino della Champions League: l’eliminazione diretta è brutale, ma le emozioni che ti danno queste due sfide andata-ritorno sono un qualcosa di unico. Per tutti: giocatori, allenatori, dirigenti, tifosi, giornalisti e gli stessi arbitri. Il segreto della Juve e' stato sapersi rialzare dopo le cadute e le annate storte, magari aiutata da figure carismatiche e di polso come il presidente Andrea Agnelli: "L’anno scorso, quando la Juve restò fuori dall’Europa al termine di una stagione negativa, in molti mi chiesero se fossi
preoccupato o deluso per la crisi bianconera. Ho sempre risposto di no perché so bene che il calcio è fatto di cicli. E del resto come può preoccuparsi chi ha come presidente una persona che si chiama Andrea Agnelli? Non avevo dubbi che sotto il suo impulso le cose sarebbero andate a posto. Oggi la Juve ha aperto un nuovo ciclo e mi pare che esistano tutti i presupposti per un futuro particolarmente roseo. Lo Stadium è una pietra miliare".

Aquilani a Tuttosport: "La Juve? Neppure io avrei speso tutti quei soldi per riscattarmi"


Alberto Aquilani, cervello della sorprendente Fiorentina di Vincenzo Montella, ha parlato di Juventusdalle colonne di "Tuttosport":
"La Juve si sta confermando la squadra più forte, con una marcia in più. Noi stiamo andando sicuramente oltre le aspettative, va ricordato. Nessuno ci ha mai messo davvero sotto, neppure chi ci ha battuto. Vogliamo l'Europa e una squadra come la nostra deve avere l'ambizione di provarci fino in fondo. Per quanto mi riguarda ho firmato un contratto di tre anni e mi auguro di rispettarlo. Ho cambiato molto, ora qui sto bene. Esperienza con la Juve? Non era certo l'attuale squadra scudetto, ma neppure io avrei speso i 16 milioni per riscattarmi".

Wenger: "Occhio alla Juve: è una mina vagante con un atteggiamento mentale eccezionale"


Il tecnico francese dell'Arsenal,Arsene Wenger, ha parlato del prossimo sorteggio degli ottavi di Champions' League dalle pagine elettroniche di Yahoo Sport:
"Le sorprese più grandi in questa prima fase di Champions League sono l’eliminazione del Chelsea e quella del Manchester City. È la prima volta che il vincitore dell’edizione precedente esce direttamente nella fase a gironi, ma credo che sia anche il segnale di un cambiamento nei valori del calcio europeo. Prima i club inglesi passavano la fase a gironi agilmente, adesso è cambiato tutto. Si è invertita la tendenza. La Germania, ad esempio, sta mettendo in mostra i propri valori collettivi. Il calcio tedesco è organizzato molto bene, con ottimi bilanci finanziari e, guarda caso, vale lo stesso per il Paese. Non spendono più di quello che hanno a disposizione, al contrario di altri”.
Poi Wenger ragiona sulla Juventus e sulla potenziale pericolosità della squadra di Antonio Conte:
"La Juventus è una squadra da non sottovalutare anche se ha tagliato il pass per gli ottavi soltanto nell’ultima partita. Sono arrivati all’appuntamento più importante e questo è significativo. Si tratta di una squadra, con un atteggiamento mentale eccezionale. A mio parere, la Juventus è davvero rinata. Adesso arriva l’ultimo test. Nella fase a gironi si sono confermati, ma ora si passa all’eliminazione diretta. Cosa ne penso? Dico di tenere d’occhio la Juventus perché possono essere la vera mina vagante della competizione”.

Tardelli a La Gazzetta: "Alla Juve servirebbe Falcao, ma è impossibile. Punterei su Tevez o Aguero. Giovinco mi sta smentendo. Pirlo unico. Champions? Non credo, ma i bianconeri venderanno cara la pelle. Avrei tenuto Del Piero"


L'ex centrocampista della Juventus e della Nazionale, nonchè ex membro del Consiglio di Amministrazione della Juventus, Marco Tardelli, oggi vice di Trapattoni nell'Irlanda, ha analizzato le vicende bianconere in una lunga intervista rilasciata a "La Gazzetta dello Sport".

"SEMBRA LA JUVE DEL TRAP, MA MANCA UN BONINSEGNA" - "Questa Juve come quella del Trap? Si somigliano tanto. Questa lotta, non lascia niente al caso e cura anche i minimi dettagli: Conte lavora come Trap. Quella mia Juve, la prima intendo, aveva però un grande centravanti: Boninsegna. E la seconda aveva Platini? Ma Platini manca a tutti: un altro non c’è. Come Boniek".

"ALLA JUVE SERVIREBBE MA FALCAO, MA E' IMPOSSIBILE. DICO TEVEZ O AGUERO" - "Quale centravanti servirebbe alla Juve? Dire Falcao è logico, ma troppo facile e, per le cifre in giro, impossibile. Dico Tevez oppure Aguero: sudamericani, adatti all’Italia, sbagliano pochissimo sotto rete. Tevez sarebbe perfetto. Bendtner è bravo, ma ha bisogno di tanti cross".

"LA SQUADRA LA FA CONTE, NON I GIOCATORI" - "Il passaggio dal 4-2-4 al 3-5-2? Conte ha fatto gli esperimenti e, quando ha capito che i giocatori non potevano adattarsi a un’idea, ha cambiato. Ma la squadra la fa lui, non i giocatori. Come Trap".

"GIOVINCO MI STA SMENTENDO" - "Giovinco da Juve o da Parma? L’ho criticato spesso, ma ora mi sta smentendo. Sta facendo bene, si lancia bene negli spazi, ma deve migliorare in campo internazionale. Perché in Italia è più facile: ne ho visti alcuni che sembravano fenomeni solo perché erano nella Juve".

"PIRLO E' UNICO, MA NON BASTA FERMARE PER BLOCCARE LA JUVE" - "Pirlo è unico e tutto il mondo lo vorrebbe. Non è sostituibile, come Platini. Il suo gioco gli consentirà di restare a lungo ad alti livelli. Però quest’anno c’è anche la Champions: non sarebbe umano se tenesse sempre lo stesso ritmo. Ma non è che se fermi Pirlo fermi la Juve...Avrei preso Pizarro, ma forse non avrebbe accettato la panchina. Poi c’era Verratti, ma è andato da quelli che hanno i soldi. Comunque: se fermi Pirlo, spuntano Marchisio, Vidal, Vucinic. Non è il Milan che ha sofferto tre mesi senza Ibra: la Juve ha molte più soluzioni e gli avversari ancora non ci hanno capito molto".

"POGBA? ANDIAMOCI PIANO" - "Pogba è un fenomeno? Andiamoci piano. Anche per il suo bene, meglio aspettare".

"LOTTA SCUDETTO RISTRETTA A JUVE, INTER E NAPOLI" - "Inter a 4 punti? Sicuro. Il problema è stato Milito: quando è stanco, soffre. Solo Zanetti non si stanca mai. Non gioca come Juve o Napoli, però è grintosa, corre, ha Cassano e Guarin. Tutti si aiutano. In un campionato non ricchissimo può far bene. È in lotta con Juve e Napoli, per le altre mi sembra tardi".

"NON VEDO LA JUVE CAMPIONE D'EUROPA, MA..." - "Scudetto e Champions: si può? Oggi non la vedo campione d’Europa, ma venderà cara la pelle. Barça, Real, Bayern e Borussia, che gioca bene e corre, sembrano più forti. Con ilManchester può farcela. Ma è cresciuta rispetto al debutto".

"AVREI TENUTO DEL PIERO" - "Del Piero? Io l’avrei tenuto per rispetto e per quello che ha dato, anche se la Juve gli ha dato tanto. Sarebbe stato un rappresentante nel mondo. O l’avrei mandato via in altro modo".

"SOCIETA' FORTE, AGNELLI STA FACENDO BENE" - "Questa società è un po’ come quella dei miei tempi? Sì, perché ha fatto scelte forti e importanti e ha trovato l’uomo mercato. Io ho criticato Andrea Agnelli quando forse parlava un po’ troppo di scudetti: che si vincono, si sa, quando si parla poco. Ma sta facendo molto bene".

Miccoli: "Lo Scudetto lo vince la Juve ma io tifo Napoli"


Fabrizio Miccoli ha parlato diJuventus nel corso del programma“Undici”, il talk show sportivo in onda su Mediaset Italia 2:
Della Juve ho un ricordo bellissimo: è stato un anno speciale, ho giocato assieme a dei campioni e, anche se poi io e la società abbiamo preso strade diverse, il ricordo che ho è piacevole. Il Benfica è la squadra che, assieme al Palermo, mi ha dato più soddisfazioni, facendomi giocare anche la Champions. Poi, ovviamente, Palermo: dopo Lecce è la mia seconda casa, ho dato tutto a questa maglia e la città mi ha sempre sostenuto. In Nazionale forse avrei potuto fare di più, ma sono convinto che ognuno abbia ciò che si merita: l’unica cosa che mi è dispiaciuta è che l’ultima volta che sono stato convocato ho segnato e poi, senza che io ne conosca il motivo, non mi hanno più richiamato. L’allenatore più importante? Senza dubbio Cosmi: è quello che mi ha lanciato nel grande calcio e , al di là dell’allenatore, ce ne sono pochi di uomini come Serse. Lo Scudetto? L’Inter non mi ha impressionato tanto, mentre la Juventus l’ho vista diversa: non so se può ammazzare il campionato, ma sicuramente è la favorita numero uno. Penso vincano i bianconeri, ma io tifo per il Napoli: è una squadra del sud, sarebbe bello vedere festeggiare i tifosi e tutto l’ambiente".

Ivan Zazzaroni: "Da questa vicenda Conte ne esce ancora più potente. Buffon? Anche la Juve quando non vinceva si lamentava..."

Intervenuto durante la trasmissione di RaiSport "La Domenica Sportiva", il giornalista Ivan Zazzaroni ha parlato di alcuni temi riguardanti la Juventus. In primo piano il rientro di Antonio Conte in panchina, partendo però dalla situazione offensiva bianconera: "Vucinic non è un cannoniere, è l’uomo dell’ultimo passaggio che ogni tanto colpisce anche a rete. Serve un bomber, a Palermo la squadra ha dominato, non ci sono discussioni sulla vittoria che è netta, ha giocato molto bene. In Italia questo attacco è ok per vincere il campionato, in Europa no. Conte? Questa situazione ha vissuto situazioni singolari come l'addio di Briamonte al cda della Juventus. La società e l'ambiente si sono uniti tutti collettivamente con Conte, che  ne è uscito potente ancor di più sul piano politico e societario. Sul piano tecnico parliamo di un allenatore che ha modernizzato il 3-5-2, ha costruito la difesa della Nazionale, ha rilanciato il playmaker come ruolo, ha rivoluzionato il concetto di squadra. La Juve l’ha difeso per un reato che, se commesso, è stato in una stagione non juventina, questo è ancora più eclatante su quanto la società tenga a Conte. Non facciamone un eroe, la giustizia sportiva ha fatto il suo corso e va comunque rispettata. Le frasi di Buffon sugli alibi arbitrali? Anche quando la Juve non vinceva cavalcava alibi e polemiche arbitrali, è un vizio tutto italiano. Gigi è un amico ma un po’ incoerente in questo caso, quando vinci festeggi quando perdi ti lamenti, in Italia è così".

CONTE A CIELO: "Vado avanti a testa alta, qualcuno invece abbassa lo sguardo quando mi vede. Agnelli mi ha difeso? Ringrazio la società, avrei fatto la stessa cosa, se ho l'oro in mano me lo tengo"


Antonio Conte ha risposto alle domande di Simona Ventura e Alessandro Bonan, nel corso del programma "Cielo che gol", in onda sull'emittente Cielo. TuttoJuve.com ha trascritto integralmente le sue dichiarazioni:
Bentornato Antonio. Siccome la sofferenza migliora, come ti senti cambiato dopo questi quattro mesi?
"Sicuramente è un'esperienza che comunque mi ha fortificato sotto tanti punti di vista. E' stata un'esperienza che uno preferirebbe non avere, ma se ti capita poi devi trarne poi il lato positivo. Il lato positivo è sicuramente vedere una squadra che grazie al lavoro ha continuato a fare quello che aveva già fatto l'anno scorso, anzi, forse inizia a farlo anche meglio dell'anno scorso. Questa sicuramente è stata la più grande soddisfazione. Per il resto, ho avuto anche modo di guardarmi intorno, di vedere tante situazioni, cercare di carpire le cose positive e negative, valutare anche le persone che mi stavano intorno; ho avuto dei riscontri a volte positivi e a volte negativi, però sono contento di essere tornato. Punto".
Hai tagliato i rami secchi?
"A volte i rami secchi non c'è bisogno di tagliarli perchè cadono da soli. Quando non cadono, prima o poi qualcuno li spezza. C'è stata anche qualche situazione in cui ho dovuto fare questo".
Quante volte Antonio ti sei sentito un indesiderato all'interno degli stadi? Tu arrivavi circondato da guardie del corpo, persone che proteggevano la tua immagine, e poi eri costretto a nasconderti nelle parti alte...
"No, dico la verità, neanche una. Io non mi sono mai dovuto nascondere da niente e da nessuno, perchè io vado sempre avanti a testa alta; spesso e volentieri, invece, incontro persone che devono abbassare lo sguardo quando mi guardano. Non mi sono mai sentito indesiderato. E' inevitabile che quando vai negli stadi, trovi
gente che tifa per le altre squadre, come è giusto che sia, e quindi magari mi insulta come insulterebbe un altro allenatore della squadra opposta. Però non mi sono mai nascosto e non mi nasconderò mai perchè non ho niente da nascondere. Anzi".
Nessuna società avrebbe difeso un allenatore come ha fatto la Juventus con te. Soprattutto come ha fatto Andrea Agnelli. Ci sono delle parole che oggi vuoi rilasciare per il tuo presidente?
"Io l'ho detto, ringrazio i miei calciatori perchè sono stati speciali, così come ho definito la società speciale, penso anch'io di essere speciale, perchè in questi quattro mesi abbiamo fatto qualcosa di veramente straordinario, qualcosa di inaspettato per qualcuno. Però siamo lì, in testa alla classifica, nonostante l'allenatore squalificato per quattro mesi, nonostante la Champions, nonostante tutti gli impegni. Penso che il presidente abbia fatto la cosa migliore, abbia fatto la cosa giusta, anche perchè io avrei fatto la stessa cosa: se ho l'oro in mano, me lo tengo"
Tu sei un grande motivatore. C'è qualcuno che ti ha motivato?
"Motivare me è dura, nel senso che... (ride, ndr)... io sono uno che legge tanto su questo argomento, sulla psicologia, sulle motivazioni, quindi nelle letture mi automotivo da solo. Però devo sicuramente dire grazie ai miei affetti più cari, la mia famiglia, i miei genitori, che mi sono sempre stati molto vicini, che mi hanno supportato anche in momenti di nervosismo, momento particolare che poi sono riuscito a superare in maniera brillante".

BUFFON A SKY: "La presenza di Conte è fondamentale sia in campo che negli spogliatoi, con lui nessuno scenderà in campo non motivato o poco concentrato. Oggi abbiamo sprecato qualcosa, e sul rinnovo...."


Intervenuto durante Sky Calcio Show, il capitano della Juventus Gigi Buffon ha commentato l'1-0 con cui la Juventus ha espugnato il Renzo Barbera di Palermo. Ecco quanto evidenziato da TuttoJuve.com.
Visto dal campo che effetto fa rivedere Conte?
"E' un bell'uomo, abbronzato con gli occhi azzurri... Scherzi a parte la sua presenza è fondamentale per noi, dato che trova accorgimenti tattici giusti e dare direttive nelle difficoltà a gara in corso. In particolare dico che la sua presenza nel pre-partita negli spogliatoi è fondamentale in modo che nessuno scenda in campo non motivato o poco concentrato".
Avete mostrato anche oggi tanta qualità e grinta ma anche parecchi errori sotto porta...
"Se dobbiamo trovare il pelo nell'uovo sì, in cinismo dobbiamo migliorare. Su un campo del genere bisogna stare attenti, è meglio chiudere prima il conto dato che l'episodio può arrivare quando meno te l'aspetti. Non l'abbiamo fatto ,ma non abbiamo pagato, è un messaggio di cui far tesoro per le prossime volte".
Poco lavoro per te oggi, non ti annoi a volte?
"A volte rimpiango non giocare nelle piccole. In giornate fredde come oggi in particolare, perchè veramente è dura restare concentrato e caldo perchè poi rischi nelle poche occasioni in cui vieni chiamato in causa di fare una figuraccia. Non è tutto oro quel che luccica (ride ndr.)".
Con quelli come te è più facile per l'allenatore tenere il gruppo, dato che spesso dici le cose giuste al momento giusto, vedi dopo il ko con l'Inter...
"Credo che i giocatori in generale, tranne quelli di forte personalità o esperienza, siano ragazzi ai quali serve linea guida che danno la società e l'allenatore di solito. Sono cresciuto sotto certi profili in questa società e in più ho trovato un allenatore che ha già fatto la storia di questo club da giocatore e sa come comportarsi per raggiungere certi traguardi e il consenso del gruppo. I risultati si ottengono con la credibilità di chi pone le cose spesso e volentieri e i giocatori, se captano questo, ti seguono facilmente".
A che punto siamo con il rinnovo?
"Siamo in dirittura d'arrivo. Ne parleremo a breve per la durata di esso, vorrei durasse poco perchè ho la convinzione di non rubacchiare con contratti lunghi. Ho fatto una carriera importante, che penso durerà per altri due o tre anni se mantengo determinati stimoli".
E' raro sentire discorsi del genere da un giocatore...
"E' un discorso di autostima, magari tra sei mesi rimpiangerò questa scelta ma oggi son convinto di fare giustamente così. Comunque parliamo di dettagli...".

CONTE A MP: "Mi mancava il profumo dell'erba. Dovevamo mettere pressione a chi segue. Parlare di mercato e' un delitto, però dobbiamo essere più cinici". Ecco chi c'era sulla panchina a casa Conte...


Antonio Conte e' tornato a  parlare a Mediaset Premium: "Più che la panchina mi mancava il profumo dell'erba, le emozioni che solo le partite riuscivano a darti. Anche prima non mi ero mai seduto, stesso comportamento e atteggiamento. La vittoria per me conta sempre, per la squadra, la società. Venire a vincere a Palermo non era facile. Dovevamo comunque mettere pressione su chi segue e vincere, vittoria meritata, potevamo essere più determinati, cattivi,ma bisogna fare attenzione perché un calcio d'angolo, una punizione, una gara dominata rischi di pareggiarla".
Le partite perse: "Tutte le partite ho sofferto, non essere a contatto con i miei calciatori e' stata una sofferenza mi ha provocato dolore, fa parte del passato, ringrazio i giocatori, chi è' rimasto in testa alla classifica..quello fatto in Champions. Si è fatto qualcosa di straordinario. Vorrei vedere un'altra squadra vedere quello che abbiamo fatto noi.  Ho dei ragazzi dagli altissimi valori morali, supportati da una società che mi ha dimostrato grande attaccamento e appoggio su tutto".
Su Paratici: "Effettivamente un po' di serenità Paratici l'ha avuta, anche se soffre anche lui, abbiamo diviso la sofferenza insieme sfociata in gioia anche se la maggioranza abbiamo vinto, come oggi".
A domanda di Sacchi sul calcio totale: "Lei sa benissimo che la Champions toglie energie. Non è facile mantenere la stessa voglia, ho visto grande maturità, voglia di fare la partita, determinazione e che la mia squadra ha corso di più rispetto al Palermo e dominato la partita in modo netto, la maturazione dei calciatori che non dimenticano da dove arrivano, questo ci può far migliorare".
L'atteggiamento: "Giusto, c'erano dei moniti precedenti che ci avevano fatto drizzare le antenne, come con il Milan, abbiamo vinto, convinto e mostrato la maturità di una grande squadra, non so se lo siamo, ma oggi lo abbiamo dimostrato".
Per migliorare la squadra: "Continuare a lavorare con umiltà, ferocia. Parlare di mercato e' inopportuno, e' un delitto, non sarei io se lo facessi, cerco di sfruttare tutti , sono contento di loro e andrei avanti con loro".
Esperienza e squalifica: "La vita ci potrà ad affrontare le difficoltà, se penso alle difficoltà serie, come le malattia, questa e' relativa, bisogna trarre le indicazioni che anche in ma punizione ci possono essere. Rimane il fatto positivo che im questi mesi ho potuto approfondire, conoscere le persone avere le risposte in alcune positive in altre negative un'esperienza che avrei evitato.
Nella panchina si sono sedute mia moglie, mia figlia e il gatto, nuovo arrivato in famiglia, ma in casa non la voglio vedere più".
Calcio totale: "Durante queste 22 partite abbiamo parlato di (calcio totale), i ragazzi hanno capito quando sbagliavano e stavano sbagliare. Tutti giocano per un'idea di gioco, ci basiamo sul collettivo. Certi movimenti, intensità, voglia di riconquista, e' capitato in cui ci siamo ritrovati e quando abbiamo sbagliato ci siamo rivisti e raddrizzati.
Gli avversari: "Se stasera arrivo a Torino, sono amante del calcio, se c'è anche calcio femminile o ragazzi la guardo. Va bene qualsiasi risultato, ci sediamo in maniera molto serena".

VUCINIC GENIO E SPRECONE, LICHTSTEINER INDEMONIATO. PIRLO IN VERSIONE LOTTATORE


BUFFON 6 – L’unico tiro in porta è il destro dalla distanza di Kurtic. Per il resto, Miccoli & Co non lo impensieriscono minimamente. Dopo i 90’ di questo pomeriggio, per la sua gioia, aumentano i minuti di imbattibilità per la porta bianconera.
BARZAGLI 6,5 – Bravo a tamponare Ilicic in avvio, lucido come sempre negli interventi e negli anticipi. Se la Juventus è la difesa meno perforata in Italia e una delle più solide in Europa, anche oggi si è capito che molto del merito è suo.
BONUCCI 6 – Croce e delizia. In avvio sfiora da angolo la deviazione del possibile vantaggio. Disimpegna con la solita calma in fase difensiva. Nel finale si mangia a tu per tu un gol davanti al portiere, tendando una goffa simulazione che gli costa il giallo da squalifica.
CHIELLINI 6,5 – Il Palermo gli concede spazio per impostare l’azione da dietro ma lui, giustamente, si concentra a tenere a bada un avversario scomodo come Miccoli. Con successo.
LICHTSTEINER 7,5 – Inesauribile. Le fatiche di Champions non sembrano farsi sentire l’esterno elvetico. Nel primo tempo non impensierisce più di tanto Morganella, ma con il passare dei minuti la sua cavalcata aumenta di giri. Nella ripresa si ritrova a giocare in mezzo a una pozzanghera, allora pensa bene di tagliare al centro e sfruttare il genio di Vucinic per siglare il gol-partita. La stanchezza lo costringe anzitempo a sedersi in panchina.
ASAMOAH 6,5 – Accelera raramente il ghanese, ma quando ci prova fa male. Non corre particolari patemi nella sua corsia, nemmeno con l’entrata in campo del vivace Dybala. Provoca l’espulsione di Morganella. La vittoria di oggi è un bel regalo di compleanno.
PIRLO 7 – Il campo da battaglia costringe anche il professore ad improvvisarsi guerriero. E lui non è tipo da tirarsi indietro. Prende sin da subito il comando delle operazioni in mezzo al campo, si fa notare più di una volta in fase di ripiegamento. Non sarà stato autore di giocate eccellenti, ma è in partite toste come questa che si nota il fuoriclasse che c’è in lui.
VIDAL 7 – Fino al momento della sostituzione per infortunio uno dei migliori. Si spende come al solito nel lavoro sporco in mezzo al campo, lucido anche nel far ripartire l’azione dalla sua area. Da applausi il suo recupero di palla e l’assist al bacio per Matri nel finale di primo tempo.
MARCHISIO 6,5 – Sono queste le sue partite, quelle in cui c’è da lottare fino all’ultimo secondo. Nel primo tempo è dal suo sinistro che nasce la prima clamorosa occasione da gol di Vucinic. Preziosissimo con il passare dei minuti, quando si tratta di stringere i denti lui c’è sempre.
VUCINIC 7,5 – Delizioso e al tempo stesso sprecone. Corre come un forsennato in fase di non possesso. Nel finale della prima frazione complisce in modo a dir poco clamoroso il palo a porta spalancata. Che la fortuna non sia dalla sua parte lo si intuisce dopo pochi secondi della ripresa, quando questa volta è un suo sinistro a colpire il legno. Pazzesco il tocco di tacco con cui libera Lichtsteiner davanti a Ujkani. Negli ultimi minuti anche lui entra nel novero dei giocatori mangia-gol.
MATRI 6 – Determinato si, ma non conosce cosa sia la freddezza. Quando la palla arriva dalle sue parti, si ha sempre la sensazione che sgusci via. Si mangia un gol grande come una casa nel finale di tempo ed anche a inizio ripresa spara alto da buona posizione. Ci mette grande impegno, ma non basta.
dal 54’ POGBA 6,5 – Fisicità, classe e personalità in un ragazzo di diciannove anni non sono doti comuni. Subentra all’infortunato Vidal ed è chiamato subito a lottare nel pantano del Barbera. Commette qualche ingenuità nella gestione del pallone, ma nel complesso a vederlo si ha la solita certezza: ne sentiremo ancora parlare.
dal 64’ PADOIN 6 – Nell’ultima mezzora di gioco prende il posto di uno sfiancato Lichtsteiner. Si limita a controllare nella sua fascia trasformata in lago senza particolari problemi.
dal 72’ BENDTNER 6 – Entra e ha subito l’occasione per chiudere la partita, ma il suo destro strozzato si spegne alla destra del portiere. Prezioso nel far salire la squadra.
All. CONTE – Indipendentemente da come sia andata la partita, tornare a vederlo sbraitare, urlare e gesticolare a due passi dai suoi giocatori è stato un piacere. Per il resto, la squadra è sembrata sempre sul pezzo, tesa come una corda di violino. Ma, si sa, con uno come Conte a pochi metri, la pacchia è finita. Bentornato.

Perrone (Corsera): "Ventidue partite dopo ritrova la Juve. Anche se non parla, la sua emozione ha voce, eccome".

Anche Roberto Perrone si concentra sul ritorno di Antonio Conte: "L’emozione non ha voce. Come sarà quella di Antonio Conte oggi verso le 17? C’è attesa nell’aria fredda e piovosa, l’inverno è arrivato anche qui, con vento, pioggia e grandine che ticchetta sui v
etri. La Juventus è silenziosa. Beppe Marotta arringa i tifosi, ma niente allenatore, perché Antonio vuole indossare il cilicio fino all’ultimo. E poi Madama tace da un bel po’. La conferenza stampa della vigilia (a parte quelle di Champions League perché l’Uefa s’innervosisce, mentre Lega e Federcalcio non contano nulla) non va in scena dal 30 ottobre, prima del turno infrasettimanale con il Bologna. L’incontro precedente di Angelo Alessio con i giornalisti, nel ventre del Massimino di Catania, era finito «a schifio», una specie di Ordalia scatenata dagli errori del gruppo arbitrale e aizzata dallo sfogo del presidente Pulvirenti che, come un profeta Maya, aveva annunciato «la morte del calcio». Era una settimana piena, quella, con il Bologna in mezzo e l’Inter alla fine. Il club temeva che si sarebbe finito per parlare solo di fuorigioco ed errori arbitrali. Poi ci hanno preso gusto. Visti anche i cloni di Conte, nessuno ha protestato più di tanto. Ma neanche la «scarcerazione» del tecnico, però, ha prodotto cambiamenti. Oggi l’allenatore che pensa al pallone 25 ore al giorno, siederà di nuovo su una panchina (vera). Il box con i vetri fumé dello Juventus Stadium forse verrà smontato e diventerà un monumento con questa epigrafe «Da qui Antonio Conte ha guidato la Juve al primo posto in classifica e agli ottavi di Champions». Con lui torna libero anche Fabio Paratici, come sottolinea con ironia la supertifosa Evelina Christillin, nel suo blog sull’Huffington Post: «Bentornato, Mister, sperando che recuperi la voce e la serenità, che Fabio Paratici non rischi più le coronarie e un’astronomica bolletta del telefono, e che Maurizio Crozza continui a imitarti per sempre. Sghiacciato, però». Il ritorno è «agghiacciante» per il clima. Conte, notoriamente scaramantico (sebbene lo neghi: «non è vero ma ci credo»), non ha voluto interrompere la tradizione che, nell’ultimo mese, malgrado qualche sbandamento, gli ha restituito una Juventus in piena corsa. Il viaggio verso Palermo, per lui, non è stato diverso dagli altri. Ha scherzato sull’aereo, ha parlato con Marotta, ha pensato alla partita. A mezzanotte si è esaurita la squalifica di 4 mesi (con la riduzione del Tnas dagli originari 10), ma niente brindisi, niente feste, neanche con i tifosi che hanno circondato di affetto l’hotel bianconero e, prima ancora, il centro tecnico di Vinovo. Striscione al di là dei cancelli: «Dopo l’ingiustizia subita, finalmente in panchina. Antonio, sempre Con-te». Sulla rete il tifo è in fibrillazione, migliaia i messaggi su #Conteallarovescia. Ce n’è anche uno di Andrea Barzagli, su Twitter, che ringrazia Carrera e Alessio. Però il difensore bianconero non ha un profilo, comunica la società. Ma la gente non ha niente di meglio da fare? A chi gli diceva «complimenti, sei un uomo libero», Conte ha replicato: «Lo sono sempre stato, nelle mie idee». La libertà di pensiero è sempre la più forte e dentro di sé sarà sempre convinto di aver subito un torto. Ma ora recupera anche quella di azione, proprio a Palermo, la città e lo stadio del sorpasso sul Milan, Sabato Santo, 7 aprile 2012: la sorpresa-scudetto nell’uovo di Pasqua bianconero. Palermo l’ospitale, dove il tifo juventino è caldo e scatenato tanto che, in quella primavera piovosa, per entrare nell’hotel della squadra alcuni tifosi tentarono addirittura lo sbarco via mare. L’esilio di Antonio Conte è cominciato a Salerno, il 4 agosto. Lui e il suo vice Alessio non andarono in panchina nell’amichevole Juventus-Malaga (2-0) dopo le indiscrezioni sulla squalifica che sarebbe puntualmente arrivata. Una sorta di protesta per una condanna rivelata prima del tempo. A Pechino, 11 agosto, nella Supercoppa Italiana, Conte ha cominciato a scontare la pena vera e propria. Ventidue partite dopo ritrova la Juve. Anche se non parla, la sua emozione ha voce, eccome".

Tuttosport - Nedved: "Non so cosa darei per toccare la Coppa anche da dirigente. Con Conte finisce la festa in campo. Il mercato? Sappiamo cosa fare e lo faremo. Pirlo uno dei più forti al mondo, a prescindere Pallone d'Oro"

Il quotidiano torinese Tuttosport riporta le dichiarazioni integrali rilasciate ieri a Courmayeur da Pavel Nedved:
«La qualificazione è un ottimo risultato - spiega Nedved -, una cosa positiva: siamo tornati tra i più grandi d’Europa e sfrutteremo questo momento anche in campionato. La Juventus ha tutto per vincere e imporsi in ogni competizione. Poi, ci sta, forse in Champions League ci sono 3-4 squadre più forti, però a noi manca davvero poco. E in questo torneo non basta essere i più forti, occorre anche un pizzico di fortuna, quindi...».
Prima da giocatore, ora da dirigente. La sua caccia alla famosa “coppa dalle grandi orecchie continua”.
«Beh, per un giocatore vincere la Champions è una cosa grande, la più grande. Avrei voluto conquistarla, ovvio. Ma ora sono un dirigente e mi darebbe soddisfazione anche così. Voglio toccare quella coppa!».
Quanto si avvicina questa Juventus alla Juventus in cui giocava lei?
«Molto, moltissimo. Si è già avvicinata lo scorso anno, con la conquista dello scudetto, che è un traguardo molto importante. Ribadisco che in Europa è più dura, però vedo la determinazione della squadra, dei ragazzi e questo mi dà fiducia. Subito dopo il successo in Ucraina, la concentrazione di tutti noi si è rivolta Il mercato? Sappiamo cosa fare e lo faremo. Lo scudetto bis? Ripetersi è più difficile, ma vedo una bella determinazionealla partita contro il Palermo. Il calcio di oggi vuole questo, non c’è tempo per festeggiare».
Partita contro il Palermo nella quale, finalmente, rivedremo Conte in panchina.
Sorride . «Eh, sono finite le belle giornate per i giocatori... Neanche io avrei voluto averlo vicino in panchina! Scherzi a parte, era ora! Ha sofferto tanto, posso immaginare cos’abbia provato. Io vorrei solo che ora si lasciasse tutto alle spalle e guardasse al futuro. E’ sempre più bello pensare al domani, per quanto già intravisto, poi, può essere un gran domani. E’ stato squalificato un fuoriclasse, ora che torna Antonio sarà più dura per tutti fermarci».
A proposito di fuoriclasse, potrebbero arrivarne di nuovi a gennaio?
«Cominciamo a dire che siamo sufficientemente forti così. Di solito ritengo prematuro fare i complimenti ad un gruppo a stagione in corso, perché gli applausi bisogna farli alla fine. Però devo anche dire che questa squadra i complimenti le merita, eccome, per il modo in cui ha saputo reagire a tante cose: all’assenza di Conte, a qualche sconfitta. Detto questo, comunque, per ciò che riguarda il mercato posso dire che sappiamo dove dobbiamo intervenire e vogliamo farlo. Con calma, però: dicembre è appena iniziato, a gennaio vedremo».
Dai fuoricasse, ai palloni d’oro. Pirlo... 
«Beh, effettivamente una valutazione in merito ai discorsi sul Pallone d’oro posso darla perché a me è successo. Io sono stato fortunato visto che ho fatto una stagione straordinaria in una anno in cui non si disputavano né campionati Europei né Mondiali. E poi perché... non c’erano Messi e Cristiano Ronaldo. Andrea invece, nei suoi anni migliori, deve misurarsi con loro. Resta il fatto, comunque, che di giocatori come Pirlo non se ne vedono in giro, resta tra i più forti al mondo a prescindere».
Chissà che magari non possa, di contro, togliersi altre grandi soddisfazioni con la Juventus. Un’altra Champions, appunto. A proposito, guardando all’immediato, ai sorteggi: lei chi sceglierebbe?
«Se potessi, mi “accontenterei” di evitare il Real Madrid. Anche se in realtà non puoi mai sapere cosa sia meglio: quando parlavo di fortuna da Champions, intendevo proprio queste cose. Fortuna significa evitare le squadre più competitive nei sorteggi, ma anche evitare quelle che teoricamente danno meno problemi ma invece attraversano un periodo positivo e quindi possono stupire. Non sai mai, prima, cosa sia realmente meglio evitare. Comunque sia sono convinto di una cosa: se la Juve gioca da Juve, come ha già dimostrato finora, può davvero tenere testa a tutti».

Corsera - Juve, a gennaio mercato low cost. Pronta offerta per Drogba. Tentativo per Llorente. Ma sono tanti i bomber sul taccuino di Marotta. Andreolli potrebbe sostituire Lucio. Vice-Asa, Peluso favorito su Armero

In un lungo articolo a firma di Alessandro Bocci, il Corriere della Sera ha fatto il punto sulle strategie di mercato della Juventus, dopo l'importante qualificazione agli ottavi di Champions League che ha portato nelle casse bianconere una pioggia di milioni: "Il top player, che i bianconeri inseguono invano da due stagioni, non arriverà in questa finestra di mercato. A meno che non si presenti un’occasione. Non è preventivabile un investimento da 30 milioni di euro. Non adesso, almeno. Una punta, in ogni caso, sarà acquistata perché il danese Bendtner è stufo di marcire in panchina e sarà restituito all’Arsenal. Marotta lavora a 360 gradi: ha chiesto al Barcellona il prestito del cileno Sanchez; parla con i manager dell’ex milanista Klaas Huntelaar, che non ha ancora rinnovato il contratto con i tedeschi dello Schalke 04; tiene sotto osservazione il polacco Robert Lewandovski, cecchino del Borussia Dortmund. Il nome più suggestivo è quello di Didier Drogba, che la Champions l’ha vinta lo scorso maggio con il Chelsea prima di emigrare in Cina dove ha firmato un contratto milionario con lo Shangai Shenhua. L’ivoriano sarebbe già stufo della nuova esperienza: perché la sua squadra non è competitiva e perché la proprietà cinese sarebbe meno solida di quanto fosse lecito immaginare. La Juve ha pronta un’offerta da 6 milioni di euro per un anno e mezzo. Occhio alla concorrenza del Chelsea: Abramovich si sarebbe pentito di aver lasciato partire l’africano. La trattativa più concreta è quella con Fernando Llorente, basco dell’Athletic Bilbao. Lo spagnolo, in scadenza di contratto, ha già detto che a fine stagione se ne andrà. Per prenderlo subito la Juve è pronta a investire 6-7 milioni, ma il presidente Josu Urrutia sin qui è stato irremovibile. E a giugno, quando Llorente sarà libero come l’aria, la Juve dovrà fare i conti con la concorrenza inglese dell’Arsenal e del Tottenham. Ma a fine stagione potrà spaziare. Di sicuro ritenterà un assalto a Stevan Jovetic, anche se dopo la sguaiata invasione di campo nell’affaire Berbatov, è difficile pensare che la Fiorentina sia disponibile a trattare con i bianconeri. E rimetterà nel mirino Suarez del Liverpool. Ma torniamo al presente. La sorpresa, in attacco, potrebbe essere lo scambio Matri-Pazzini con il Milan. La certezza è un ritocco difensivo: Lucio se ne andrà e potrebbe arrivare l’ex interista Andreolli, che a giugno si svincolerà dal Chievo. Mentre per la sostituzione di Asamoah, che andrà a giocare la coppa d’Africa, Peluso dell’Atalanta resta favorito su Armero dell’Udinese".

Tmw - Bucchioni: "Il ritorno di un Conte sempre avvelenato: più che una condanna una macchinazione. Intanto Drogba è a Londra e Jovetic insiste: a giugno vuole la Juve"

Domani finisce la squalifica, domenica prossima Antonio Conte tornerà in panchina a Palermo dopo oltre quattro mesi. E' il suo debutto in campionato, ma non pensate di trovare un uomo rasserenato, più tranquillo. Anzi, in questo lungo periodo di esilio dalla panchina ha rimuginato e cercato di darsi una ragione per quella che lui ritiene una ignobile macchinazione. , le parole dette nell'unica conferenza stampa post-squalifica, sono ancora il suo pensiero. E la sua fissa. Agghiacciante quello che gli è successo, agghiacciante il modus operandi della giustizia sportiva e il comportamento del circo mediatico che distrugge le persone come carta da macero. Conte non riesce a capacitarsi come la sua parola conti meno di quella di un pentito smentito più volte. Non capisce come non abbia potuto difendersi. Non capisce tante cose ed è sempre più convinto che il nome dell'allenatore campione d'Italia sia servito a tutti per buttare fumo negli occhi nell'inchiesta scommesse. Un capro espiatorio, una vittima designata. Ma Conte non molla di un millimetro, è convinto di aver subito una enorme ingiustizia, insiste sulla sua assoluta estraneità a queste vicende e ,secondo lui, la sua innocenza non può essere messa in dubbio da nessuno.
In questi mesi ha letto le carte, studiato gli atti, osservato i comportamenti di tanti e non dimenticherà. Ha dentro la rabbia che soltanto un condannato convinto di essere innocente può avere. Proprio per questo non aspetta altro che poter guardare negli occhi tutti quelli che in questi mesi hanno aggiunto pepe e sale a quello che stava succedendo. Non ha mai gradito fare la vittima sacrificale, il ruolo di vitello grasso non è il suo.
Così, da uomo ferito dentro, profondamente turbato, si sta riavvicinando al calcio pubblico. Da quello privato, quello del campo, del lavoro, per fortuna non si è mai staccato. Così non ha ancora deciso se domani tornerà a parlare. Non ha ancora deciso se sarà in conferenza stampa pre-partita o lascerà la ribalta ancora ad Alessio, il suo secondo, o al capitano Buffon. Ma forse alla fine ci sarà, in fondo è un ritorno alla vita. Vedremo, ma Conte non è più lo stesso uomo, la condanna lo ha provato e reso umanamente diverso. Intatta è la sua carica agonistica e anche se la Juve ha fatto bene senza di lui, con Conte in panchina l'approccio e la gestione delle partite migliorerà di sicuro. Non ci sono controprove, ma certe partite (Lazio e Milan ad esempio) con Conte in panchina e la sua rapidità di decisione, forse potevano finire diversamente. Forse.
Intanto, comunque, Conte ritrova una Juve in testa alla classifica e prima nel girone da Champions dopo una splendida gestione della gara con lo Shakthar. La Signora non ha ancora un organico da squadra di caratura internazionale, ma dimostra di possedere una grande personalità e una maturità tattica non comune che le consente di gestire e interpretare al meglio le partite. Soprattutto quelle più difficili. Poi, qualità non comune, cerca sempre di far gioco e in Europa le squadre che hanno identità tattica e cercano sempre di vincere attraverso il gioco escono spesso premiate.
La Juve resta la favorita in campionato e può fare strada anche in Champions. E' questa la morale. Con Conte può fare un ulteriore salto di rendimento.
Allora non serve più il top-player in attacco? Errore. Proprio perché il passaggio del turno porta soldi dalla Uefa nella casse della Juve, e proprio perché Agnelli ha capito che questa squadra può competere con tutte e deve provare a vincere, un investimento (o due) può contribuire ad alzare gli obiettivi. Drogba è sempre nel mirino. Il giocatore è in Europa, si allena con il Chelsea, ma Abramovich non ama i cavalli di ritorno e i Blues fuori dalla Champions hanno minore appeal. Il corteggiamento della Juve prosegue, la proposta bianconera è arrivata (un anno e mezzo di contratto per otto milioni) e il giocatore la tiene sul comodino. Deciderà a breve, appena riuscirà a liberarsi dal vincolo cinese. In Cina a giocare (se può) non vuol più tornare. La Juve aspetta. Intanto i bianconeri incassano l'ennesimo contatto con uno dei due procuratori di Jovetic che tiene i contatti con i bianconeri. Il giocatore viola corteggiato dalla scorsa primavera e poi bloccato da Andrea Della Valle che sta costruendo una grande Fiorentina, tiene sempre la Juve in testa alla lista delle squadre gradite per un eventuale trasferimento a giugno.
La Fiorentina ha un canale preferenziale con il City dopo l'affare Nastasic, ma Jovetic ha un sogno per il suo futuro: vestire alla bianconera. Marotta aspetta le mosse della Fiorentina (se va in Champions rilancia) e incassa i sorrisi del giocatore. Per cominciare non è poco.

Juve, ecco tutte le strategie di mercato dopo il passaggio del turno...

Con il passaggio del turno vanno a delinearsi le strategie del mercato invernale della Juventus. Infatti i bianconeri dall'accesso alle fasi finali di Champions League trarranno un profitto pari a circa 27 milioni, dei quali buona parte verrà reinvestito sul mercato. La rosa è già ampia e pertanto verrà fatto solo qualche "ritocco": servono un attaccante, un difensore dal momento che Lucio lascerà Torino e un esterno sinistro poiché a gennaio Asamoah partirà per la "Coppa d'Africa". Per quanto riguarda il reparto offensivo, l'obiettivo è uno, Didier Drogba e qualora dovesse fallire l'assalto all'ivoriano non arriverà nessuno anche perché Giovinco e Quagliarella stanno dando ampie garanzie. Le altre piste sondate in estate sono quasi del tutto impraticabili: Lewandowski verrà ceduto solo a giugno, Huntelaar andrà in Premier, Llorente è un obiettivo concreto ma per l'estate poiché il Bilbao non ne vuole sapere di lasciarlo partire a gennaio. Dunque in soldoni la strategia di Marotta è questa: o Drogba o niente. Al momento particolari sviluppi sul futuro dell'ex Chelsea non ce ne sono. L'unica cosa appurata è che a "Didi" manca il "calcio che conta" e dopo che la Fifa gli ha negato il permesso per venire a giocare in Europa durante la pausa del campionato cinese, nella testa dell'ivoriano si sta facendo strada l'ipotesi di rescindere il contratto con lo Shanghai Shenhua che peraltro versa in condizioni economiche non troppo idilliache. La Juventus aspetta una decisione del giocatore, dallo scorso agosto non ci sono più stati contatti con il suo entourage, in attesa appunto di particolari aggiornamenti. Dovesse decidere di tornare in Europa, i bianconeri rappresenterebbero l'unica destinazione plausibile perché il Chelsea ha già un parco attaccanti vasto e inoltre Torres, dopo l'arrivo del "vecchio mentore" Benitez non partirà mentre l'altra pretendente, il Marsiglia non ha le possibilità economiche per ingaggiarlo. Dovesse arrivare Drogba a fare le valigie sarebbe Nicklas Bendtner che dunque verrebbe rispedito all'Arsenal, interrompendo il prestito. La dirigenza juventina sta lavorando anche per regalare a Conte un rinforzo sulla fascia sinistra. Infatti il solo De Ceglie non può bastare a rimpiazzare per circa un mese Asamoah. Si continua a seguire Peluso che potrebbe tornar utile per la sua duttilità che lo porta a giocare anche da difensore centrale ma in realtà il preferito di Conte è Pablo Estifer Armero. L'esterno colombiano di fronte ad una buona offerta lascerà Udine a gennaio dal momento che Guidolin non lo considera più un "intoccabile" tant'è che spesso e volentieri gli ha preferito Pasquale; inoltre è anche più facile da prendere perché sull'esterno atalantino c'è la forte concorrenza del MIlan. Per quanto concerne la difesa, invece, Lucio partirà sicuramente e quindi urge un rinforzo, possibilmente "low cost". Il primo della lista è Salvatore Bocchetti che ha un contratto in scadenza nel 2013 e che soprattutto vuole tornare in Italia. La Juventus lo ha cercato già in estate e dunque non è da escludersi che possa riprovarci a gennaio portandolo magari a Torino a zero euro. L'alternativa è Marco Andreolli del Chievo, anch'esso con contratto in scadenza a giugno 2013 ma che però a differenza di Bocchetti ha poca esperienza internazionale e non dà le adeguate garanzie.

Il Mattino - Oriali: "La Juve sta facendo un campionato straordinario e se continua così sarà difficile prenderla ma il Napoli..."


Gabriele Oriali, bandiera dell'Inter ed ex dirigente del club di Massimo Moratti, in un'intervista rilasciata al quotidiano Il Mattino, analizzando la sfida tra la sua ex squadra e il Napoli, in programma domenica sera, ha parlato anche della lotta per lo scudetto. Ecco le sue dichiarazioni:
Oriali, il Napoli si presenta a Milano da secondo in classifica: è l’anti-Juve?
"Vediamo domenica sera. Quello che è chiaro, al di là della Juve, è che il Napoli è sulla buona strada per vincere lo scudetto. Sta facendo bene da quasi tre anni, ha un progetto e un tecnico che esalta le doti di ogni singolo giocatore. Io, poi, ho la mia idea: non avesse avuto la Champions lo scorso anno, il tricolore Mazzarri l’avrebbe vinto a maggio".
Lo dice perché è un Napoli pieno di mediani?
"Mi piace molto come gioca Mazzarri, Inler poi finalmente riesce anche a fare gol e mi sembra che il centrocampo sia proprio un reparto di grande livello: questo Napoli ha persino qualche punto in meno in classifica, perché ha gettato al vento i due punti con il Torino".
L’Inter sta facendo meglio di quanto si potesse immaginare?
"Bisogna riconoscere che la squadra ha assimilato piuttosto in fretta il nuovo sistema di gioco e questo è importante: nelle ultime domeniche, non solo con il Palermo, c’è stato un piccolo calo fisico forse dovuto ai troppi impegni ravvicinati".
Stramaccioni ha sorpreso tutti: continui cambi di formazione per scegliere i migliori.
"Lavora molto con l’obiettivo di far giungere il messaggio giusto ai giocatori e di tirar fuori il meglio da ciascuno. Con il Napoli recupera Cassano che è un giocatore importante nei suoi meccanismi offensivi".
Poche squadre italiane hanno tre giocatori d’attacco forti e bene assortiti come l’Inter e il Napoli?
"È vero, questa è garanzia di una gara che sono sicuro sarà molto spettacolare, ricca di gol. Anche se sono sicuro che non sarà decisiva".
Due punti dalla Juve sono tanti o sono pochi?
"Non sono né tanti, né pochi. La Juve sta facendo un campionato straordinario, domenica rientra Conte che so bene che apporto riesce a dare da bordo campo, nell’intervallo, facendo ascoltare la sua voce. Se continua così, sarà difficile prenderla".
Sul momento dell’Inter pesa il caso Sneijder?
"Sono sicuro che appena il presidente Moratti in prima persona parlerà con l’olandese riuscirà a risolvere la questione. E l’orgoglio di Wesley può essere davvero utile".
Inter-Napoli è anche uno scontro tra due filosofie societarie molto diverse?
"De Laurentiis è stato bravissimo fin dal primo momento a impostare la gestione del suo club sul fair play finanziario. Ma anche l’Inter da due anni lo sta facendo e si sta rimettendo in careggiata".
Stava per venire al Napoli, vero?
"Sì, voleva portarmi Allodi dalla Fiorentina. Ma poi al Napoli andò Pecci".