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sabato 5 gennaio 2013

Perrone (Corsera): "Ventidue partite dopo ritrova la Juve. Anche se non parla, la sua emozione ha voce, eccome".

Anche Roberto Perrone si concentra sul ritorno di Antonio Conte: "L’emozione non ha voce. Come sarà quella di Antonio Conte oggi verso le 17? C’è attesa nell’aria fredda e piovosa, l’inverno è arrivato anche qui, con vento, pioggia e grandine che ticchetta sui v
etri. La Juventus è silenziosa. Beppe Marotta arringa i tifosi, ma niente allenatore, perché Antonio vuole indossare il cilicio fino all’ultimo. E poi Madama tace da un bel po’. La conferenza stampa della vigilia (a parte quelle di Champions League perché l’Uefa s’innervosisce, mentre Lega e Federcalcio non contano nulla) non va in scena dal 30 ottobre, prima del turno infrasettimanale con il Bologna. L’incontro precedente di Angelo Alessio con i giornalisti, nel ventre del Massimino di Catania, era finito «a schifio», una specie di Ordalia scatenata dagli errori del gruppo arbitrale e aizzata dallo sfogo del presidente Pulvirenti che, come un profeta Maya, aveva annunciato «la morte del calcio». Era una settimana piena, quella, con il Bologna in mezzo e l’Inter alla fine. Il club temeva che si sarebbe finito per parlare solo di fuorigioco ed errori arbitrali. Poi ci hanno preso gusto. Visti anche i cloni di Conte, nessuno ha protestato più di tanto. Ma neanche la «scarcerazione» del tecnico, però, ha prodotto cambiamenti. Oggi l’allenatore che pensa al pallone 25 ore al giorno, siederà di nuovo su una panchina (vera). Il box con i vetri fumé dello Juventus Stadium forse verrà smontato e diventerà un monumento con questa epigrafe «Da qui Antonio Conte ha guidato la Juve al primo posto in classifica e agli ottavi di Champions». Con lui torna libero anche Fabio Paratici, come sottolinea con ironia la supertifosa Evelina Christillin, nel suo blog sull’Huffington Post: «Bentornato, Mister, sperando che recuperi la voce e la serenità, che Fabio Paratici non rischi più le coronarie e un’astronomica bolletta del telefono, e che Maurizio Crozza continui a imitarti per sempre. Sghiacciato, però». Il ritorno è «agghiacciante» per il clima. Conte, notoriamente scaramantico (sebbene lo neghi: «non è vero ma ci credo»), non ha voluto interrompere la tradizione che, nell’ultimo mese, malgrado qualche sbandamento, gli ha restituito una Juventus in piena corsa. Il viaggio verso Palermo, per lui, non è stato diverso dagli altri. Ha scherzato sull’aereo, ha parlato con Marotta, ha pensato alla partita. A mezzanotte si è esaurita la squalifica di 4 mesi (con la riduzione del Tnas dagli originari 10), ma niente brindisi, niente feste, neanche con i tifosi che hanno circondato di affetto l’hotel bianconero e, prima ancora, il centro tecnico di Vinovo. Striscione al di là dei cancelli: «Dopo l’ingiustizia subita, finalmente in panchina. Antonio, sempre Con-te». Sulla rete il tifo è in fibrillazione, migliaia i messaggi su #Conteallarovescia. Ce n’è anche uno di Andrea Barzagli, su Twitter, che ringrazia Carrera e Alessio. Però il difensore bianconero non ha un profilo, comunica la società. Ma la gente non ha niente di meglio da fare? A chi gli diceva «complimenti, sei un uomo libero», Conte ha replicato: «Lo sono sempre stato, nelle mie idee». La libertà di pensiero è sempre la più forte e dentro di sé sarà sempre convinto di aver subito un torto. Ma ora recupera anche quella di azione, proprio a Palermo, la città e lo stadio del sorpasso sul Milan, Sabato Santo, 7 aprile 2012: la sorpresa-scudetto nell’uovo di Pasqua bianconero. Palermo l’ospitale, dove il tifo juventino è caldo e scatenato tanto che, in quella primavera piovosa, per entrare nell’hotel della squadra alcuni tifosi tentarono addirittura lo sbarco via mare. L’esilio di Antonio Conte è cominciato a Salerno, il 4 agosto. Lui e il suo vice Alessio non andarono in panchina nell’amichevole Juventus-Malaga (2-0) dopo le indiscrezioni sulla squalifica che sarebbe puntualmente arrivata. Una sorta di protesta per una condanna rivelata prima del tempo. A Pechino, 11 agosto, nella Supercoppa Italiana, Conte ha cominciato a scontare la pena vera e propria. Ventidue partite dopo ritrova la Juve. Anche se non parla, la sua emozione ha voce, eccome".

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