!-- TradeDoubler site verification 2279576 -->

venerdì 18 maggio 2012

Liverpool, esonerato Dalglish. Suarez al passo d'addio?

Quella che nei giorni scorsi era un'indiscrezione molto plausibile, oggi è diventata ufficiale: Kenny Dalglish, da due anni manager del Liverpool ed ex leggenda dei Reds, la squadra in cui ha militato da giocatore tra il '77 e il '90, questo pomeriggio è stato esonerato dalla proprietà del club di Anfield. I candidati successori alla panchina sarebbero Roberto Martinez, attuale coach del Wigan, Brendan Rodgers, alla guida dello Swansea, e Rafa Benitez, ex idolo di Anfield sulla panchina dal 2004 al 2010. Ora l'interrogativo maggiore pesa sulle spalle di Luis Suarez, soprannominato "the Anfield's Wizard" dai suoi tifosi, che nella giornata odierna ha visto allontanarsi dalla panchina l'uomo che maggiormente lo aveva protetto nell'arco di questa sua tormentata stagione e che lo aveva fortemente voluto nel gennaio 2011, quando i Reds pagarono 25 milioni di pounds (circa 28 milioni di euro) per strapparlo all'Ajax. Inoltre, il deludente ottavo posto in Premier ( dietro agli odiati concittadini dell'Everton, giunti settimi) con cui il Liverpool si è estromesso dalla prossima Champions League per il secondo anno di fila, potrebbero portare il fantasista uruguaiano a lasciare il Merseyside e l'Inghilterra, nei cui stadi è vittima ormai da mesi di fischi e insulti in seguito alla questione relativa agli insulti razzisti ad Evra. Pertanto, nella giornata in cui la Juventus pare essersi defilata in modo definitivo dall'affaire Van Persie, potrebbe profilarsi un'occasione quantomai ghiotta, quella di accaparrarsi uno degli attaccanti più forti e completi al mondo a una cifra relativamente contenuta, visto il costo dei cartellini di Cavani, Higuain e dello stesso Van Persie. Quando si dice che, chiusa una porta, si apre un portone...

Inconsolabili

Riportiamo quanto segnalato da altri siti bianconeri e pubblicato da Milan news. Stavolta i milanisti hanno superato se stessi, sommando le classifiche di due campionati per dimostrare una presunta superiorità che resta solo nella loro fantasia. Inutile spiegare che volendo seguire questo patetico tentativo ed ampliando il dato statistico a tutti i campionati di A, emergerebbe con assoluta certezza la superiorità di una sola squadra. Per non infierire non è il caso di nominarla. In queste circostanze è comunque doveroso dare conforto agli inconsolabili tifosi sconfitti. Mi permetto pertanto di suggerire di aggiungere ai 162 punti i due che la Juve ha “scippato” grazie al gol di Muntari. Per la stessa ragione, andrebbe ovviamente tolto il punto rubato dai bianconeri. La classifica sarebbe ancora più gratificante per il toscano rancoroso. E poco importa se quest’anno i rossoneri sarebbero comunque arrivati secondi. Quelli che contano, infatti, sono i grandi numeri, specie quando lì si po’ manipolare a proprio piacimento. Tutto sommato neanche noi potrmmo lamentarci, considerando che, da un settimo e primo posto, ricaveremmo un bellissimo secondo posto dietro al grandissimo Milan. 
 Ecco quanto pubbicato da Milan News 
162 punti in due anni: Milan primo in Italia 
Negli ultimi due campionati, interi, prima dell'inizio della gestione tecnica di Massimiliano Allegri, il Milan aveva totalizzato 144 punti: 70 nella stagione 2009-10 (terzo posto finale) e 74 nella stagione 2008-2009 (secondo posto a pari punti con la Juventus). 
Negli ultimi due campionati, invece, la situazione è la seguente: 162 punti, con 82 nel 2010-2011 da Scudetto e 80 nella stagione in corso fino a ieri e appena completata. 
Da quando Massimiliano Allegri allena il Milan, le squadre che vanno per la maggiore, negli ultimi due Campionati, hanno messo insieme questi punti: 
Milan 162
Juventus 142 
Inter 134 
Napoli 131 
Udinese 130 
Lazio 128 
Roma 119

Van Persie ha rotto con l'Arsenal


Il quotidiano inglese The Sun riferisce della rottura della trattativa per il rinnovo del contratto tra Van Persie e l'Arsenal. Van Persie non avrebbe accettato il rinnovo del contratto con aumento dell'ingaggio allettato dalle sirene del City pronte a ricoprirlo d'oro. La Juve per ora resta alla finestra non avendo la possibilità economica di competere con gli sceicchi. Su Van Persie andrebbe fatta anche una valutazione tecnica, quello trascorso è stato il primo anno in cui è andato a rete superando i 30 goals (da quando è all'Arsenal ha segnato rispettivamente 5,5,11,7,11,9,18,30 reti), insomma non propriamente un bomber. Inoltre ha 29 anni e la sua carriera è stata costellata da infortuni. Morale della favola, vale la pena svenarsi?

Nè con A. Agnelli nè con Alex ma con entrambi

L'Italia è il paese dei Guelfi e dei Ghibellini e dei dualismi, devi per forza scegliere se stare con uno o con l'altro. Bartali o Coppi? Moser o Saronni? Rivera o Mazzola etc. In genere questi dualismi non hanno nemmeno ragioni fondate, è più alla gente che piace schierarsi in fazioni. Ebbene il popolo bianconero non si è sottratto all'italica legge di dividersi in pro Tizio e pro Caio ed è caduto nel tranello di doversi dichiarare pro Andrea Agnelli o pro Del Piero quasi i due fossero due esponenti di squadre diverse. Invece di godere del ritorno al Paradiso dopo la discesa all'Inferno, stiamo qui a martellarci i maroni ed a chiederci se ha ragione Andrea o Alex? Perchè dovrei scegliere con chi schierarmi? Mica sono due avversari, sono entrambi esponenti di spicco e rispettabili della squadra che amo. Perchè dovrei avercela con Del Piero? Mi ha regalato 20 anni di emozioni, è un esempio dentro e fuori dal campo e non ha fatto nulla per cui non dovrei dispiacermi se lascia la mia Juve. Perchè dovrei avercela con Andrea Agnelli? Porta un cognome che rappresenta la storia di questa società, ci ha ridato l'orgoglio e la dignità di essere bianconeri, ci ha salvato dal trio comico Cobollo,Blonk ,Jhon. Non chiedetemi di schierarmi , "amo" da tifoso entrambi ed entrambi meritano rispetto. Del Piero è la Juve, Agnelli è la Juve ed io sono con la Juve quindi con tutti e due. Finiamola di autoflagellarci e pensiamo a goderci questo momento di goduria dopo anni di buio. Non esiste nessun dualismo tra le due figure non cadete nel trappolone.

Juventus Campione e imbattuta

Scudetto numero 28 per i bianconeri. In pochi ci credevano, Conte ha fatto il miracolo
10:57 - Tutto cominciò con un poker al Parma nel nuovo stadio, messaggio beneaugurante. Dalla vittoria sul Milan nel primo scontro diretto alla sfida rovente del ritorno al Meazza, avvelenata dalle polemiche, la cavalcata scudetto della Juventus è passata anche per le forche caudine della cosiddetta pareggite, quel filotto di X che a un certo punto sembrava far vacillare le certezze bianconere. Poi il finale irresistibile, il brivido Lecce con l'errore di Buffon e il riscatto a Trieste, nello stadio intitolato a un simbolo del Milan, Nereo Rocco. E' la cavalcata scudetto della squadra di Conte, quasi sempre prima, poi scavalcata dal Milan e infine capace di un nuovo sorpasso vincente. Dalla prima giornata, la squadra bianconera si è appropriata della vetta della classifica: difficile star dietro ai reali distacchi, nell'anno dei rinvii, dei posticipi, degli anticipi. Mai a partite pari, a mai a pari punti. Di fatto la Juve ha però lasciato il primo posto una volta alla settima (Udinese 15, Juve 13). Alla 16/a comincia il testa a testa col Milan (34 punti contro 34), che arrivera' a + 4 meta' marzo per poi essere risorpassata definitivamente alla 32/a giornata. L'inizio di Conte è a squilli di tromba: l'esordio è con quattro gol nel nuovo stadio e con un gioco che fa lustrare gli occhi ai tifosi, reduci dagli 'orrori' delle gestioni precedenti. Si presenta con il vestito della festa, la nuova Juve. A Siena, la conferma arriva solo dal risultato e non dal gioco. Ecco subito la doccia fredda: il Bologna fa pari a Torino con solo una conclusione su calcio d'angolo. Di scudetto non si parla nemmeno lontanamente. A Catania pari sofferto. Arriva il Milan e esce fuori la Juve che non t'aspetti: domina, annichilisce l'avversario e vince 2-0, anche se i gol arrivano solo nel finale. A Verona, niente conferma: solo un pallido 0-0. Non si capisce ancora la vera dimensione della squadra. Arriva il Genoa: gioco e gol non mancano, ma nemmeno la delusione finale con il pareggio rossoblu' e la constatazione dell'immaturita' di un gruppo non ancora grande. Vittoria sofferta con la Fiorentina, poi, i grandi esami: Inter e Napoli fuori casa. Netta vittoria e dominio a Milano, nonostante affiori sempre il difetto di prendere gol evitabili. A Napoli sara' l'unica occasione, invece, in cui la Juve viene messa sotto, ma con grande carattere rimonta due gol. Palermo battuto a Torino e altro esame durissimo in trasferta, con vittoria di rapina. Tre punti con il Cesena e poi di nuovo a Roma, contro Totti: e' un sofferto pareggio, sempre con il gioco e la rimonta di carattere. Novara ko a Torino e poi la temuta sosta invernale. Ma alla ripresa, la Juve ricomincia a vincere: a Lecce, di misura. Stop in casa con il Cagliari, ma la risposta alla crisi arriva subito sul campo difficilissimo dell'Atalanta. Ancora un esame terribile a Udine, dove i friulani non passano. Comincia il periodo grigio: il maltempo interrompe la corsa juventina con i rinvii a Parma e Bologna, che poi, nei recuperi, riusciranno a bloccare la Signora. L'Udinese, per effetto del recupero della prima giornata rinviata per sciopero, incontra la Juve solo dopo 15 giorni dal match del Friuli e viene battuta. Il Siena pareggia a Torino, il Catania si fa harakiri. Poi, il grande retour match, a Milano, la partita che per tutto l'anno restera' quella del ''gol di Muntari''. Dopo terribili polemiche e un match drammatico, la Juve comunque porta a casa il pari preziosissimo, ma si ferma subito in casa con il Chievo. Anche a Genova dominio, ma e' solo pari e il Milan vola a piu' quattro. Tutto perduto? Macche'. Comincia la serie straordinaria delle vittorie sfavillanti, a Firenze con cinque gol, con Inter e Napoli in casa, a Palermo, con Lazio e Roma in casa, a Cesena e poi Novara. I gol piovono, 23 in otto partite. Occorre vincere sempre per reggere il testa a testa con i rossoneri e la Juve si blocca sul piu' bello: in vantaggio dopo otto minuti con il Lecce, rimasto in dieci per tutto il secondo tempo, regala l'incredibile pari con una papera di Buffon che ha del soprannaturale. Poi la notte dello scudetto, l'altalena di gol, i ruggiti di Ibrahimovic dal Meazza prima che l'Inter stenda il Milan e consegni - sublime ironia del calcio - lo scudetto alla Juve vincente col Cagliari.

Juve campione d'Italia: "Per noi è il 30° scudetto"

Piegato il Cagliari. Il Milan crolla nel derby Del Piero: "Questa sera mi ripaga del 2006"


Trieste, 6 maggio 2012 - Grazie alla vittoria per 2-0 a Trieste contro il Cagliari e alla concomitantesconfitta del Milan nel derby con l’Inter (FOTO), la Juventus si aggiudica con una giornata di anticipo il titolo di campione d’Italia. IL MATCH - Parte subito in attacco la Juve, che al 6' è già in vantaggio. Lancio in profondità di Bonucci,Vucinic scatta in posizione dubbia e batte freddamente Agazzi. Il Cagliari, con Cossu in panchina, è schiacciato nella sua metà campo ma i bianconeri, con i tentativi di Marchisio, Pirlo e, soprattutto, Pepe, non riescono ad arrotondare. Brutto impatto aereo tra Pinilla e Lichsteiner al 22’: ha la peggio l’ex laziale, costretto ad uscire in barella. Al 36’ un gran destro dalla distanza di Pinilla dà l’illusione ottica del gol, al 45’ Pepe ci riprova dal vertice sfiorando il palo. Nella ripresa spazio, strada facendo, a Cossu, Giaccherini e Larrivey, con il fantasista 'di casa' che, al 7', si becca un’ammonizione per simulazione dopo un contatto con Chiellini. Il Cagliari ci crede, la Juve non riesce più a pungere come sempre, anche se non rischia granchè. Anzi, al 19’ Vucinic spreca sotto porta calciando alle stelle. Dentro anche Borriello per l’ex Matri ma è ancora Vucinic, al 27', a sfiorare il raddoppio con un destro a girare che esalta Agazzi, poco dopo graziato da un colpo di testa di Caceres. E’ il momento migliore della Juve, che al 29' trova il raddoppio: Caceres mette al centro, Canini nel tentativo di anticipare Borriello sigla la più classica delle autoreti. Nel finale la Juve attende solo il triplice fischio e le notizie da Milano: lo scudetto non è più un sogno ma realtà. CONTE - "Che scudetto è? Per me il numero uno, il primo che vinco da allenatore". Così Antonio Conte ha commentato ai microfoni di Sky. "Sono sensazioni fantastiche - ha aggiunto - siamo veramente contenti, merito dei ragazzi ma onore anche ai vinti: il Milan è stato un avversario fortissimo. A -1 ho capito che la mia squadra aveva ancora birra, mentre loro erano un po' stanchi. Finire il campionato imbattuti sarebbe qualcosa di storico". MAROTTA - "E’ lo scudetto numero 30, assolutamente. Lo abbiamo scritto anche sull’etichetta delle bottiglie, perché 30 sono quelli che abbiamo vinto". Così il direttore generale della Juventus Giuseppe Marotta, intervistato da Sky. "C’è stato un lavoro molto difficile di tutta la società - ha detto ancoraMarotta -, dal presidente Agnelli, a Paratici e Nedved, ma ce lo siamo strameritato. Il nostro valore aggiunto è Conte. Come società abbiamo iniziato un percorso lo scorso anno e in questa stagione abbiamo meritato il tricolore. Abbiamo cominciato a crederci quando abbiamo visto che stava migliorando il livello delle nostre prestazioni". Poi Marotta vuole fare un complimento particolare: "E’ soprattutto il titolo di Antonio Conte, la squadra ha risposto in pieno alle indicazioni dell’allenatore". "Del Piero? - conclude il d.g. juventino - Alessandro stava gioendo con noi e non voglio pensare ad altro". SU TWITTER - "Campioni d’Italia, grazie ragazzi. *JuveCampione, #30 sul campo". E’ il messaggio della Juve sul profilo ufficiale twitter, dopo la conquista dello scudetto. DEL PIERO - "Questa serata mi ripaga di tante cose. A cominciare da quel che è successo nel 2006", ha detto Alessandro Del Piero. "E’ un epilogo strano - ha spiegato a Sky, parlando del suo addio al bianconero - Ma lo vivo con gioia: dopo la B stasera ha un sapore speciale. E’ una bella storia, e sono contento di farne parte".